ASILI NIDO O BABY SITTER: OBBLIGO O SCELTA?
Qual è la disponibilità di posti negli asili nido italiani? E i costi? Come reagiscono le
famiglie? Una cosa è certa: la richiesta di baby sitter online è in continua crescita,
sopratutto per la cura dei più piccoli, come rilevato da Sitly
Milano, 24 ottobre 2018 – L’Unione Europea nel 2002 aveva dato agli Stati membri
un obbiettivo ben preciso per quel che riguardava l’offerta dei servizi per la prima
infanzia: tra questi, le indicazioni erano che gli asili nido pubblici arrivassero a
coprire le richieste di almeno il 33% dei bambini sotto i 3 anni e la scuola materna
accogliesse il 90% dei bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni. Per la materna
l’Italia può dirsi nazione virtuosa, con uno dato stabile al 92,5% negli ultimi anni. Ma
qual è l’attuale situazione dell’offerta di asili nido nel Bel Paese? Alla normativa l’Italia
aveva aderito con entusiasmo, come ribadito dal decreto legislativo 65 del 2017.
“Lo Stato promuove (…) il progressivo consolidamento, ampliamento, nonché
l’accessibilità dei servizi educativi per l’infanzia, anche attraverso un loro riequilibrio
territoriale, con l’obiettivo tendenziale di raggiungere almeno il 33 per cento di
copertura della popolazione sotto i tre anni di età a livello nazionale”
Nell’ultima statistica pubblicata dall’Istat relativa al 2014, si delinea un panorama
molto frastagliato. Ci sono regioni eccellenti come Valle d’Aosta, Umbria, Emilia
Romagna e la provincia autonoma di Trento, tutte che superano la soglia del 33%.
Oppure la Toscana che è quasi ‘perfetta’, con il 32,7%. Non sono così negative le
performance di altre regioni settentrionali come il Piemonte, la Liguria, la
Sardegna (tra il 25 e il 28%), ma se si guarda al sud, si possono notare dei territori
completamente inadeguati in tal senso: in Sicilia, Calabria e Campania, i posti
disponibili non bastano nemmeno per un bambino su 10 (sebbene con significative
differenze tra i diversi Comuni). Ne risulta che la media italiana è pari al 23%,
nettamente inferiore al traguardo richiesto dall’Ue.
Da un altro rapporto Istat si è evidenziato che sono il 55,7% i comuni italiani che
nell’anno 2014/2015 ha offerto almeno un servizio educativo per la prima
infanzia tra asili nido, micronidi e altri servizi socio-educativi. Un dato in diminuzione
rispetto all’anno precedente (57,3%).
Insomma, se da una parte si parla di politiche per incrementare le nascite (nel 2017
sono nati solo 464mila bambini, il 2% in meno rispetto al 2016 quando se ne
contarono 473mila), dall’altra non ci sarebbero le strutture pubbliche per accogliere i
nuovi nati.
Senza dimenticare l’incremento delle tariffe degli asili pubblici: per fare un
esempio, oggi, rispetto al 2013/14, il comune di Chieti ha aumentato le rette del
50,2%, quello di Roma del 33,4%, quello di Venezia del +24,9%.
A parte i numeri che dovrebbero comunque richiamare l’attenzione delle autorità,
come reagiscono le famiglie italiane?
Chi ha possibilità economiche si rivolge al privato. Attualmente gli asili privati
coprono l’11% dell’utenza. In alternativa c’è la baby sitter, che resta comunque
una scelta particolarmente apprezzata quando si parla di bambini piccoli, vuoi per la
flessibilità che per la cura garantita dal rapporto personale.
Sitly, piattaforma specializzata nella messa in contatto di famiglie e baby
sitter, presente in 9 Paesi del mondo, ha rilevato che nel solo mese di settembre
2018 www.sitly.it abbia registrato 25mila nuovi iscritti sul mercato Italia (52mila
in totale per il gruppo) tra genitori e aspiranti tate. E il 25,54% dei genitori
registrati richiede supporto per i figli con 1 anno di età.
Un dato che conferma la propensione degli Italiani ad utilizzare i servizi online nella
sfera del childcare ma anche la consistenza della domanda (e dell’offerta) di baby
sitter. Proprio in concomitanza dell’inizio di asili e scuole e della ripresa delle attività
lavorative, questo picco di utenti segnala l’estremo bisogno delle famiglie italiane
Sitly.it (Piazzale Biancamano 8, 20121 Milano) fa parte di Sitly – 2care4kids Group,
specializzato nella messa in contatto di famiglie e baby sitter. Nato nel 2009 in Olanda, dal
2013 è presente in Italia con una community che conta oltre 600mila iscritti. Numeri che
rendono www.sitly.it il sito numero uno in Italia per la ricerca di baby sitter e anche il
primo del gruppo.
Sitly è presente in 9 Paesi:
Olanda ( Sitly.nl ; settembre 2009)
Italia ( Sitly.it ; settembre 2013)
Spagna ( Sitly.es ; dicembre 2014)
Norvegia ( Sitly.no ; agosto 2015)
Finlandia ( Sity.fi ; novembre 2015 )
Danimarca ( Sitly.dk ; gennaio 2016)
Argentina ( Sitly.com.ar ; settembre 2017)
Belgio( Sitly.be ; dicembre 2017)
Svizzera ( Sitly.ch ; dicembre 2017)