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COLDIRETTI PESARO URBINO, METEO, TRACCIATURA E MENO TASSE: PER I TARTUFI SI PREANNUNCIA UNA GRANDE STAGIONE

Buone notizie per gli appassionati di tartufi e funghi. Per l’annata che si prevede ottima in termini di quantità e qualità ma anche per l’obbligo di indicare il luogo di raccolta in etichetta. Davvero un bene per il nostro territorio che può vantare tante varietà differenti di tartufo con in testa il bianco pregiato (tuber magnatum pico). Lo rende noto Coldiretti Pesaro Urbino dopo la risposta dell’Ue a un preciso quesito dell’Italia rispetto alla commercializzazione di prodotti ortofrutticoli freschi: anche funghi e tartufi spontanei, prelevati in natura, devono essere obbligatoriamente etichettati con il luogo di raccolta. Davvero una notizia confortante per i consumatori in vista dell’autunno e delle varie fiere e mostre mercato che stanno per partire. La raccolta del bianco pregiato e delle altre varietà del periodo inizia tradizionalmente l’ultima domenica di settembre, la Borsa prezzi è quindi ancora ferma ma già cavatori ed esperti incrociano le dita per un’annata che potrebbe regalare grandi soddisfazioni. Archiviata la disastrosa (per siccità) scorsa annata, la previsione poggia sulla neve invernale e sull’estate parecchio umida, vera manna per funghi e tartufi, e si spera anche su prezzi più “umani” rispetto ai picchi dello scorso anno con costi fino a 6mila euro al chilo per le pezzature più grandi e tra i 2.500 e i 3mila euro al chilo per i pezzi sotto i 15 grammi. Per quanto riguarda i raccoglitori, si stima che in Italia ce ne siano circa 200mila che poi riforniscono negozi e ristoranti dando linfa vitale ed economica alle aree interne e boschive. Senza contare i tanti turisti che raggiungono la zona per assaporare i tesori del bosco e, magari, fare qualche acquisto. Bene dunque, secondo Coldiretti, l’indicazione del luogo di raccolta anche se occorrerebbe aumentare in trasparenza la parte relativa ai prodotti trasformati, spesso spacciati per italiani e con l’utilizzo di sostanze aromatizzanti che si sostituiscono o si affiancano al prodotto richiamato in etichetta, con poca chiarezza nei confronti dei consumatori. Su questa parte dei trasformati urge un intervento legislativo chiarificatore. “Il tartufo sviluppa un’importante economia territoriale, non solo per i cavatori, per i trasformatori e per i venditori, ma anche per l’indotto che il settore genera in termini di occupazione, ristorazione e turismo. L’indicazione dell’origine valorizza i veri prodotti del territorio e rappresenta un atto di trasparenza e di informazione nei confronti dei consumatori – afferma Tommaso Di Sante, presidente Coldiretti Pesaro e Urbino – garantendo nel contempo anche i tanti addetti del settore, spesso penalizzati da una concorrenza sleale e ingannevole di prodotto di qualità inferiore proveniente dall’estero”. Coldiretti rende nota anche una recente Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate che prevede l’aliquota IVA agevolata al 10% per il prodotto fresco, oppure refrigerato ed anche per il tartufo sterilizzato e per quello in olio d’oliva; aliquota IVA ordinaria, invece, per il tartufo congelato.