Elezioni a Maggio, probabili, anzi quasi certe!
Si avvicina l’ora della verità per il governo Conte, Salvini Di Maio. Lo scontro al calor bianco sul destino dei migranti a bordo della nave Diciotti non spiega e non giustifica da solo la risolutezza con la quale Salvini e Di Maio a rimorchio, stanno gestendo la questione dello sbarco dei profughi raccolti al largo del mar di Sicilia. Non sfugge, agli osservatori più attenti, l’estrema difficoltà e l’angusta, se c’è via d’uscita da questa situazione, in assenza oramai è chiaro di un assist del Quirinale come avvenuto in passato, ma ancor meno di una solidarietà Europea o peggio dei Paesi di Visegrad. Tutti muti, anzi contrari a qualsiasi disponibilità vista la linea dura ed intransigente del governo italiano. A cosa vale la minaccia di Di Maio di non versare le quote all’Europa come estrema ritorsione verso il rifiuto di farsi carico di 150 profughi? Meno di nulla. l’Italia oltre a rimediare una procedura di infrazione, il rischio di espulsione dall’Europa, mette a rischio i fondi comunitari destinati al nostro sistema economico. Ecco quindi appalesarsi il vero motivo della risolutezza e dello scontro anche istituzionale, creare le condizioni per sfilarsi da una coalizione di governo attesa alla prova della Legge di Stabilità, con la quale sarà pressoché impossibile soddisfare gran parte delle proposte contenute nel programma di governo. Lo scenario quindi prevede una forte irritazione della Lega, le probabili dimissioni del suo attuale leader, crisi pilotata ed elezioni a maggio in concomitanza con le elezioni Europee. Questo consentirebbe alla Lega, ma anche ai 5 stelle di evitare di dover dichiarare l’impossibilità di tener fede alle promesse fatte, creando un incidente di percorso così grave da precipitare il Paese in una crisi di governo e quindi a nuove elezioni. In mezzo, come spesso accade i nostri Salvini e Di Maio non hanno mai considerato i rischi per i risparmiatori da una eventuale e probabile impennata dello spread, così come in queste ultime settimane da veri dioscuri non hanno mai considerato le conseguenze per il sistema Paese, per le aziende coinvolte, per le esternazioni a raffica sulla revoca della concessione ad autostrade per l’Italia, società quotata in borsa e quindi a rischio di forti speculazioni. Purtroppo alla base l’assenza di una autentica cultura di governo e un rispetto per il Paese e per le istituzioni stanno precipitando l’Italia verso il peggior incubo politico-economico dal dopoguerra.
ARES