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Infolampo: Case famiglia – Fiom

Case famiglia: più tutele
Dopo i ripetuti casi di maltrattamento, i sindacati ottengono dalla Regione un regolamento più stringente
per le strutture private che si sono dimostrate più a rischio per i nostri anziani
Dopo un intenso confronto, è stato raggiunto tra Regione Emilia-Romagna, Cgil, Cisl, Uil e rispettive
categorie dei pensionati un importante accordo sugli indirizzi che la Regione dà ai comuni per regolare le
cosiddette case-famiglia.
Abbiamo parlato spesso su queste pagine di questo tipo di
strutture private destinate agli anziani, che non necessitano di
particolari autorizzazioni (salvo la comunicazione di inizio
attività) e possono accogliere fino ad un massimo di 6 ospiti
autosufficienti o lievemente non-autosufficienti, cioè in grado di
compiere le principali attività della vita quotidiana. Condizioni
che spesso non vengono rispettate sia nel numero di ospiti sia
nella valutazione del grado di auto-sufficienza che spesso
peggiora con il ricovero.
“Sono ormai oltre 600 le Case famiglia censite in Emilia
Romagna, per oltre 3.000 posti letto. Strutture proliferate senza
regole particolari (se non quella del limite di 6 posti letto) e senza
controlli mirati ed efficaci – precisa Bruno Pizzica, Segretario Generale dello Spi Emilia e Romagna.
Negli ultimi mesi alcune Case famiglia della regione sono salite all’attenzione della cronaca giudiziaria,
per gravi episodi di maltrattamenti e violenza sugli anziani ospiti. Dopo un lungo lavoro e sulla base della
richiesta esplicita posta da Cgil-Cisl-Uil e da Spi-Fnp-Uilp regionali – continua Pizzica – è stato
sottoscritto il 18 luglio scorso un verbale di accordo con la Giunta regionale che prevede la definizione
condivisa di Linee guida di indirizzo che regolamentano le Case famiglia, assunte anche dall’ANCI e che
la Regione invierà con apposita delibera a tutti i Comuni e le strutture sanitarie del territorio. Un risultato
importante per qualificare quelle strutture e contrastare fenomeni di violenza sugli anziani”
Il giudizio dei sindacati pensionati e confederali è positivo: “Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto.
Con queste linee guida regionali si sono fissati alcuni principi essenziali e dettate regole tali da garantire,
in modo omogeneo in tutti i contesti territoriali, qualità e sicurezza del servizio prestato agli ospiti,
rafforzare i controlli, promuovere una lista di qualità (la cosiddetta white list) a tutela degli ospiti, dei
familiari e degli operatori, valorizzare le buone esperienze ed evitare fenomeni di maltrattamento”.
Con la Regione “abbiamo anche convenuto sullo sviluppo di un sistema informativo che aggiornerà
periodicamente l’anagrafe regionale delle case-famiglia, in modo tale da avere un quadro aggiornato e
Vedi:
– Il verbale di accordo sottoscritto unitariamente alle categorie dei pensionati, sulle linee guida regionali per i
regolamenti delle Case Famiglia
– Indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle Case Famiglia
Leggi tutto: https://www.spier.it/case-famiglia-accordo/

Riattacchiamo a settembre

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Fiom: «Serve un piano di rilancio per Fca»
Allarme per i dati finanziari. De Palma: il trend positivo si interrompe nel momento più importante,
quello della quantificazione degli investimenti. Re David: necessario un confronto tra azienda, governo e
sindacati su impianti e occupazione in Italia
Al debutto come amministratore delegato del Gruppo Fca, Mike Manley – successore di Sergio
Marchionne, prematuramente scomparso il 25 luglio scorso – ha comunicato un 2018 fino ad ora più
difficile del previsto dal punto di vista finanziario – nonostante la conferma dell’azzeramento del debito –
tagliando le stime di ricavi e debiti. Una revisione che i mercati hanno accolto in maniera inequivocabile,
con il titolo Fca che ha perso oltre il 15% del valore. Delusione anche sul versante Maserati, con un
pesante secondo trimestre dovuto alla flessione delle vendite in Cina – mercato cui il gruppo guarda in
maniera importante – del 65%. Manley, durante la conference call con gli analisti finanziari del 25 luglio,
ha ammesso che il secondo trimestre 2018 è stato difficile: “Marchionne aveva detto che sarebbe stato un
trimestre difficile ed è stato così”, ha spiegato Manley, aggiungendo che “ci sono stati anche elementi
positivi”. Il nuovo ad di Fca ha poi confermato “tutti gli obiettivi” del piano industriale 2018-2022.
Per Michele De Palma, responsabile Fiom per il settore automotive, “le comunicazioni sulla trimestrale
dell’amministratore delegato di Fca sull’andamento del Gruppo e la reazione dei mercati finanziari,
nonostante la conferma del piano strategico del 1° giugno, mettono in allarme”. “Il trend positivo dei dati
finanziari – spiega il sindacalista – s’interrompe nel momento più importante per i lavoratori degli
stabilimenti italiani: quello della quantificazione degli investimenti per tradurre il piano strategico in
piano industriale”.
Per la Fiom a questo punto “è importante che Fca apra una stagione di confronto sul programma di
implementazione dei nuovi modelli e delle nuove motorizzazioni per la piena occupazione dei lavoratori.
È necessario un confronto sul futuro delle produzioni Maserati, visti i problemi, Alfa e Jeep a partire da
Mirafiori e Pomigliano, e della transizione dalle motorizzazioni diesel a quelle ibride ed elettriche
salvaguardando l’occupazione”.
“Il mondo della mobilità – conclude De Palma – è attraversato da cambiamenti enormi. È necessario che
con Fca, a partire dalla proprietà, governo e gli altri sindacati si realizzi un piano di rilancio della
produzione dell’auto e della mobilità in Italia”.
La richiesta di un confronto è dunque urgente, per la Fiom. Lo ribadisce anche Francesca Re David in
un’intervista al Corriere della Sera. Facendo il punto sui 15 anni di guida Marchionne, il segretario
generale della Fiom Cgil ricorda: “Con lui ci siamo confrontati su modelli sindacali opposti. Marchionne
arrivò in Fiat con la missione di salvare il gruppo che era sull’orlo della crisi finanziaria. E assolse questo
compito con operazioni importanti”, “riuscì, con il sostegno della presidenza Obama, a fare la fusione con
la Chrysler. Quest’ultima scelta, però, fece sì che il modello americano venisse importato anche nelle
relazioni industriali”.
“Marchionne – prosegue Re David – ha certamente risanato finanziariamente il gruppo e ha azzerato il
debito. Ma restano le incertezze sul futuro industriale. E il governo non può far finta di nulla”. Che cosa
vi aspettate dal dopo Marchionne? “Si parla tanto dei suoi successori, ma il tema centrale è quello della
proprietà: la famiglia Agnelli e suoi eredi. Il loro gruppo, nel corso degli anni, ha ricevuto rilevanti
sostegni pubblici. Per noi è prioritario che il governo apra un tavolo con la proprietà, l’azienda e i
sindacati sul futuro di Fca”. “Ci aspettiamo”, aggiunge Re David, che il ministro Luigi Di Maio “richiami
la proprietà alle sue responsabilità sugli stabilimenti e l’occupazione in Italia e che faccia una legge sulla
rappresentanza sindacale”.
Leggi tutto: http://www.rassegna.it/articoli/un-piano-di-rilancio-per-fca