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Infolampo: Azzardo – Bufale

Gioco d’azzardo. Arrivano le risorse. I pensionati Cgil in
campo
102 miliardi: è il fatturato complessivo dell’industria del gioco d’azzardo. Numeri importanti che ci
dicono che siamo di fronte a una vera e propria emergenza sociale.
Diversamente da quanto accade negli altri paesi europei, dove il gioco d’azzardo è sottoposto a vincoli
rigorosi, nel nostro paese invece è stato totalmente deregolamentato, a partire dagli anni Novanta. Anche
grazie alle agevolazioni fiscali, il mercato è in crescita. E
dell’intero fatturato, sono solo 8 i miliardi che finiscono nelle
casse dello stato sotto forma di tasse.
Su LiberEtà abbiamo parlato molto spesso del gioco d’azzardo
e di come le vite di tante persone siano destinate a subire delle
trasformazioni radicali, spesso drammatiche. Indebitamento,
crisi dei rapporti familiari, depressione e sindromi da
dipendenza, aumento della microcriminalità locale: sono solo
alcune delle conseguenze più frequenti.
Nel 2017 sono stati perduti al gioco oltre 17 miliardi di euro,
un ammontare impressionante di risorse bruciate in un paese in
cui il 10 per cento delle famiglie vive in condizioni ai limiti
della povertà. Siamo la prima nazione al mondo per il consumo
pro capite dei Gratta e Vinci e abbiamo conquistato il primo
posto in Europa nel rapporto tra Prodotto Interno Lordo e spesa
annuale in giochi in denaro.
I numeri ci vengono in aiuto per capire di cosa stiamo parlando. I dati ce li fornisce il Consiglio
Nazionale delle Ricerche che ogni anno pubblica i risultati delle sue indagini sul fenomeno del gioco
d’azzardo. Il 39,1% degli intervistanti ritiene possibile diventare ricco con l’azzardo e la convinzione è
ancora più diffusa tra i giocatori problematici, 48,3%. Lo scorso anno i giocatori con problemi di
dipendenza sono quadruplicati rispetto al 2007, e hanno raggiunto i 400 mila, in un bacino di oltre un
milione di persone già a grave rischio di ludopatia. In generale, gli uomini (51,1%) giocano più delle
donne (34,4%), ma le giocatrici sono il gruppo sociale che mostra il maggior incremento nella
propensione al gioco.
In assenza di una normativa restrittiva, il gioco in denaro nelle forme ritenute erroneamente ludiche
(Gratta e Vinci) e in quelle palesemente aggressive (Slot Machine) si sta affermando tra gli adolescenti. Il
10,8% degli studenti ignora che è illegale giocare per gli under 18 e si stima che 580.000 (33,6%) studenti
minorenni abbiano azzardato nel corso dell’anno.
Anche il numero degli ultrasessantacinquenni con problemi di dipendenza da gioco è in crescita veloce.
Leggi tutto: http://www.libereta.it/gioco-azzardo-risorse-regioni/

www.lastampa.it
L’autore della bufala sulla Aquarius: “Dico alla gente
quello che vuole credere”
Gian Marco Saolini, troll di professione: «Il format del “non ve lo dicono, statemi a sentire” funziona
sempre. Basterebbe approfondire un minuto, ma nessuno lo fa»
di Valerio Piperata
Gian Marco Saolini è un troll di professione. Il troll è un utente della rete che diffonde notizie false,
alimenta polemiche, le esaspera, tira fuori il peggio dalle persone. Con un argomento scottante e discusso
in tutto il paese come la vicenda dello sbarco della nave Aquarius, adesso arrivata a Valencia, la trollata
non si è fatta attendere: Saolini, che nella vita reale gestisce un pub a Roma, quartiere Centocelle, si è
finto un marinaio di fresco cacciato dall’imbarcazione, pronto a rivelare attraverso un video caricato su
Facebook la verità al popolo italiano sullo stato e le condizioni dei migranti a bordo: «Mi chiamo
Giovanni Titori e sono stato fino a ieri parte dell’equipaggio dell’Aquarius» queste le prime parole del
video che, a quarantotto ore dalla pubblicazione, ha fatto 4 milioni di visualizzazioni e 120.000
condivisioni. Il nome dell’alter ego di Saolini, Giovanni Titori, è un omaggio a John Titor, il nome di un
soldato americano fittizio che sarebbe stato reclutato per viaggiare nel tempo secondo una bufala dei
primi anni 2000. «Non è vero che sulla nave Aquarius ci sono condizioni disagiate» prosegue Saolini nel
video, «la gente è felice. C’è una sala dove ci sono videogame e giochi d’azzardo. Sono tutti ben vestiti e
ben nutriti».
Saolini, perché si è inventato una storia simile?
«Non me la sono inventata io, a ben vedere è stato Salvini a darmi l’ispirazione quando ha parlato di
crociera e pacchia finita. Io dico soltanto alla gente quello che la gente vuole credere. E ci crede, come si
può vedere dal successo del video».
Molte persone che hanno condiviso e creduto al suo video sono elettori di Lega e 5 Stelle?
«Devo dire che ho scoperto di sì, ma non ci sono soltanto loro. Ci sono anche giovani e meno giovani di
sinistra, persone che hanno sempre votato PD, i cosiddetti radical chic che se la prendono con me e mi
insultano perché diffondo contenuti falsi e gioco con la pancia della gente. Gli elettori di Lega e 5 Stelle
invece prima s’indignano e poi mi insultano quando scoprono che era una bufala. In pratica mi odiano
tutti».
Come si spiega questi numeri?
«La gente non ha fiducia nei media. Il format del “non ve lo dicono, statemi a sentire” funziona sempre,
perché tutti pensano che lo stato e le istituzioni ci stiano nascondendo qualcosa. E poi queste storia dei
migranti benestanti colpisce la massa. Se mi fossi inventato che i profughi sulla nave venivano picchiati e
torturati non avrei avuto lo stesso successo, perché la gente c’è abituata a queste cose».
Cosa risponde a chi le dice che le bufale che mette in rete sono pericolose?
«Rispondo che non è colpa delle mie video bufale se la gente è razzista. Molti mi scrivono in privato e mi
accusano di alimentare il razzismo degli italiani, ma non è affatto così: quella gente era razzista già da
prima, io ho solo portato alla luce certe cose. Sarebbe come se impedissi alla donna delle pulizie di alzare
i tappeti altrimenti da sotto vengono fuori le blatte. Non avrebbe senso».
Ecco perché Mentana l’ha definita un avvelenatore di pozzi.
«Non è colpa mia se la gente ci crede. Io faccio questi video perché mi divertono. Basterebbe scrollare la
mia bacheca di Facebook per vedere che in un video interpreto un medico contro i vaccini, in un altro
faccio il tifoso ultras che si vende alle tifoserie. Basterebbe approfondire un minuto, ma la gente non lo
fa: è troppo presa dalla notizia e non vede l’ora di condividerla con parenti, amici e colleghi».
Il profilo Facebook ufficiale della Lega l’ha definita un comico in cerca di notorietà.
«Sì ma non mi sento davvero tale. Faccio satira, forse la definirei nuova satira, questo sì. Ma il pubblico
non è ancora pronto. C’è una radio importante che mi ha contattato per farmi avere un format tutto mio,
ma io li ho avvertiti: se lo faccio mi arrestano. Mi metterei a dare istruzioni su come si abbandonano i
cani».
Le sono arrivati molti messaggi?
«Di tutto. C’è chi mi ha scritto per definirmi un eroe italiano che rischia la sua incolumità pur di
diffondere la verità sui migranti. Pensano che il PD e i poteri forti vogliano ostacolarmi, che vogliano

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quello-che-vuole-credere-BYSZSgfErk4eff3ajn064J/pagina.html