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FIORI (FI): CONTE ALMENO COPI BERLUSCONI, ORGANIZZI CONSIGLI DEI MINISTRI NEI COMUNI TERREMOTATI FINO AL SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, oggi al Senato ha concluso il suo discorso per la richiesta di fiducia annunciando, tra l’altro, una visita tra le popolazioni terremotate.

“Ci permettiamo di segnalare – ha dichiarato Marcello Fiori, responsabile nazionale Enti Locali di Forza Italia – che i cittadini drammaticamente colpiti dal terremoto ormai 21 mesi fa, non avvertono l’esigenza dell’ennesima passerella del politico di turno.

Se davvero il Presidente del Consiglio ritiene che l’emergenza terremoto sia una priorità del suo Governo, segua l’esempio di quello che fece nel 2008 l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riguardo l’emergenza rifiuti in Campania: riunisca il Consiglio dei Ministri nelle zone terremotate fino a quando tutti i cittadini di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo abbiano un tetto decoroso, le milioni di tonnellate di macerie siano state rimosse, i professionisti i commercianti e le imprese abbiano ripreso la loro attività, gli studenti e i professori possano frequentare scuole sicure, siano approvati i progetti reali di ricostruzione i tutti i 140 comuni colpiti dal terremoto.

Accolga la proposta del Sindaco Gianluca Pasqui di tenere a Camerino il prossimo Consiglio dei Ministri e scoprirà con sorpresa che dovrà tenerlo dentro a una tenda essendo questa l’unica struttura destinata alle attività della popolazione.

Il Consiglio dei Ministri successivo potrà organizzarlo a Norcia (terra natale di S. Benedetto, Santo Patrono dell’Europa) dove il Sindaco Nicola Alemanno potrà informarlo che l’unica struttura antisismica utilizzabile per incontri con la popolazione, realizzata grazie alla solidarietà degli italiani, e stata posta sotto sequestro dalla magistratura.

Se davvero il superamento dell’attuale emergenza e la ricostruzione di queste magnifiche comunità dell’appennino dell’Italia centrale sono una priorità per questo Governo, il Presidente del Consiglio ha altre due grandi opportunità per dimostrarlo concretamente: 1) tenga per se la delega alla gestione dell’emergenza e alla ricostruzione (come gli consente di fare la normativa della protezione civile) e non si avvalga delle burocrazie regionali o di politici in cerca di incarico; 2) introduca in sede di conversione di legge del recente decreto emanato dal Governo Gentiloni, le modifiche richieste dai sindaci: snellimento delle procedure amministrative, corsia privilegiata per le riparazioni di piccole entità, revisione delle conformità urbanistiche, approvazione di un testo unico per la gestione delle emergenze, efficace utilizzazione dei fondi (oltre un miliardo e duecento milioni) ottenuti dall’Europa grazie all’impegno del Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, negoziare con l’Unione Europea l’inserimento dei comuni del cratere nelle ‘zone economia speciale’.

Infine, appare indispensabile rafforzare il ruolo e i poteri del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile al fine di tutelare il diritto alla protezione e alla sicurezza dai rischi naturali e dalle calamità in capo a tutti i cittadini italiani, essendo il Presidente del Consiglio (ai sensi della Legge n. 226 del 1992) il capo del sistema nazionale di protezione civile”, conclude Fiori.