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COLDIRETTI PESARO URBINO, PRONTI A BATTERCI CONTRO IL PROLIFERARE INDISTURBATO DELLA FAUNA SELVATICA

Alla fauna selvatica fuori controllo la Regione risponde ampliando le aree protette, Coldiretti Pesaro esprime grande preoccupazione. Lascia alquanto interdetti, infatti, la lettura del decreto dirigenziale, pubblicato sul Bur della Regione Marche in data 17 maggio, sull’istituzione di nuove Zone di Ripopolamento e Cattura e di Centri di Riproduzione della Fauna Selvatica per un totale di 4.503 ettari, di cui  864 con richiesta di rinnovo, nei Comuni di Urbino, Montecalvo, Petriano, Peglio, Sant’Angelo in Vado, Fermignano, Sassocorvaro, Mercatino Conca, Tavoleto, Macerata Feltria e Auditore. Una richiesta che è stata formulata dall’Ambito Territoriale di Caccia Pesaro 1, dal quale ci siamo autosospesi per protesta in contrapposizione con la gestione perseguita, e che non tiene per nulla conto di vari fattori di rischio già esistenti data la situazione emergenziale più volte segnalata da agricoltori e allevatori alle prese con i danni di lupi, cinghiali e altri animali, nonché con ritardi di anni nel pagamento dei rimborsi.

 

In queste zone, dove insistono numerose aziende agricole, molte delle quali seminative e votate al biologico, non sarà più consentita la caccia e questo porterà, in un contesto già problematico, a un ulteriore proliferare indisturbato di fauna selvatica con sicuri effetti disastrosi sulle coltivazioni. “Come Coldiretti Pesaro Urbino – spiegano il presidente Tommaso Di Sante e il direttore Paolo De Cesare – stiamo approfondendo questa tematica e, a seguito di confronto con i proprietari e con i conduttori dei fondi interessati, valuteremo l’opportunità di impugnare il provvedimento a difesa delle aziende”. Coldiretti ha già da tempo indetto una mobilitazione di tutta l’organizzazione regionale contro la (non) gestione della fauna selvatica della Regione Marche. Sono state avanzate proposte serie e fattive ma a queste, ancora oggi, purtroppo, non sono arrivate risposte concrete da parte della politica. Questo ulteriore atto dimostra ancora una volta la mancanza di sensibilità verso le problematiche delle aziende agricole del territorio.