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La risposta a Tarantini…… che non vedrete mai pubblicata!

Ci saremmo attesi dalla risposta di Tarantini una disponibilità al confronto, allargando il perimetro alle proposte concrete per un potenziale rilancio delle attività commerciali a Porto San Giorgio. Pensavamo, ma sbagliavamo, fosse la nuova associazione interessata a valutare il protocollo d’intesa per la modulazione dei canoni di locazione delle attività commerciali, unitamente al Comune, dove la sensibilità dimostrata dal nuovo assessore potrebbe consentire di superare le polemiche e i rilanci a base di “cifre e sensazioni”, non corrispondenti alla realtà. Basta poco per dimostrare come le affermazioni di Tarantini siamo del tutto prive di fondamento reale. I dati OMI, peraltro statistici, non possono essere confrontati con i dati di città con elementi distintivi profondamente diversi da Porto San Giorgio, non tengono in alcun conto dell’attività di rimodulazione dei canoni, a costo zero, alla quale sono stati sottoposti un numero non irrisorio di contratti di locazione almeno negli ultimi cinque anni. Inoltre una verifica sul campo, dai dati del nostro archivio, dalle rilevazioni presso agenzie immobiliari, lo scenario emergente, tra i comuni costieri citati da Tarantini vedrebbe Porto San Giorgio addirittura registrare una flessione tra il 20/30% dei canoni di locazione in corso di validità. Tarantini dimentica alcuni altri argomenti molto sensibili, le rendite catastali elevatissime in centro a Porto San Giorgio, le non infrequenti morosità, che vedono il locatore come ultimo beneficiario degli incassi, prima vengono soddisfatti i fornitori per dare continuità all’attività commerciale. Non vanno neppure dimenticati i frequenti spostamenti di attività, in alcuni casi frenetica, da un locale all’altro…….., la concorrenza tra locatori e la non trascurabile disponibilità di locali sfitti genera una generale riduzione dei canoni. Avremmo voluto affrontare altri argomenti, una associazione di categoria ha il dovere di indicare rimedi, soluzioni, di offrire uno scenario a quanti vogliono intraprendere il difficile mestiere di commerciante. Allora parliamo di servizi, parcheggi, illuminazione, arredo urbano, eventi, franchising, pianificazione degli spazi commerciali attraverso una moral suasion in grado di evitare dannose duplicazioni. Parliamo di un centro commerciale all’interno della città, delle mutate esigenze della clientela, del diverso approccio anche sociologico all’acquisto da parte delle nuove generazioni, della scomparsa di svariate tipologie commerciali con una profonda trasformazione dello stesso tessuto commerciale sangiorgese che non è più quello degli anni 80/90 e neppure più gli imprenditori sono gli stessi. Occorre senza indugi e con lungimiranza affrontare il tema dei possibili cambi di destinazione del consistente patrimonio immobiliare ad uso diverso da abitazione, basti pensare alla scellerata operazione lungo la strada fermana che ancora oggi “deturpa” in modo indecoroso l’immagine di una città florida e ordinata. In questo quadro tutti dovrebbero fare un passo coraggioso e riconoscere i propri limiti, affrontare la dura realtà e provare insieme a trovare alcuni elementi utili a rendere la situazione meno congiunturale, senza buttare la croce sempre, facilmente e semplicisticamente addosso ai proprietari di immobili, i primi peraltro a pagare il prezzo della crisi.

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