HomeNews ItaliaUltimissime Notizie

Infolampo – antifascismo – sicurezza

Macerata riparte dall’antifascismo
Due mesi fa Macerata è salita tristemente agli onori delle cronache. A febbraio Luca Traini sparava a un
gruppo di immigrati. Un atto di “vendetta” per l’uccisione della giovane Pamela, avvenuta sempre a
Macerata pochi giorni prima. Due terribili episodi di violenza, razzismo, fascismo e xenofobia.
Due mesi dopo la città marchigiana si ritrova a riflettere su un’inedita ondata di violenza e intolleranza. E
lo fa ripartendo dai valori dell’antifascismo e della pace. Lo fa ricordando i valori democratici fondativi
della nostra Costituzione. Nasce così l’iniziativa
“Un’Italia democratica e libera da ogni fascismo”
promossa dal sindacato dei pensionati della Cgil, da
sempre custode dei valori della libertà e della
convivenza pacifica, da sempre in prima linea anche
contro la violenza sulle donne.
L’evento inizierà venerdì mattina alle 9.30 al Teatro
Lauro Rossi. Non un semplice convegno, ma un
momento di confronto e discussione sul futuro
democratico del nostro paese, sulle necessità e i bisogni
dei cittadini, su quali risposte le istituzioni, i sindacati e
le associazioni possono dare, su come far ripartire una
città duramente colpita che ora cerca di rialzarsi e reagire.
“Per rimettersi in piedi è fondamentale ricordare l’impegno delle 21 Madri Costituenti che tanto hanno
fatto per il nostro paese”, dice Elio Cerri segretario generale dello Spi Cgil delle Marche. Cerri interverrà
venerdì mattina insieme ai segretari dello Spi di Macerata Stefano Tordini e della Cgil di Macerata Daniel
Taddei. Tutti impegnati quotidianamente sul territorio a fronteggiare spinte xenofobe e episodi di
razzismo e di violenza, contro le donne e non solo.
Oltre a loro ci saranno anche la presidente dell’Anpi Carla Nespolo, Sami Ghanmi del coordinamento
Rete degli studenti delle Marche e il segretario generale dei pensionati Cgil Ivan Pedretti, insieme a
Daniela Barbaresi della Cgil delle Marche. L’evento infatti è stato promosso non solo dallo Spi ma anche
dall’Associazione Nazionale Partigiani e dal Comune di Macerata. Tutti insieme per dire no alla violenza
e per ricostruire insieme un tessuto, sia valoriale che di pratiche concrete, per fornire chiavi di lettura
della realtà differenti e articolate. Si tratta infatti di superare pregiudizi, stereotipi e facili semplificazioni.
“Noi avevamo pensato a questa iniziativa ben prima dei tristi fatti di cronaca” – ci spiega Cerri. “Il
fascismo purtroppo nel nostro paese è tornato ad essere un tema di attualità. Poi dopo i fatti di Macerata
questo momento di incontro acquista ancora più valore”.
L’evento sarà l’occasione anche per ribadire l’importanza della raccolta di firme contro i neofascismi.
L’appello, tra le altre cose, chiede una piena applicazione della XII Disposizione della Costituzione che
Leggi tutto: http://www.libereta.it/macerata-antifascista/

Camusso scrive a Presidenti Camere
e Gruppi Parlamentari, chiediamo
incontro per Carta diritti

Leggi su www.cgil.it

www.radioarticolo1.it
2018: cento giorni, 152 croci
Tanti sono già i morti nei luoghi di lavoro in questo inizio d’anno. Enorme è il dolore
delle famiglie delle vittime, forte l’allarme del sindacato. Ma sulla sicurezza (più
formazione e più controlli) i risultati sono davvero sconfortanti
di Silvia Garambois
Una via crucis dolente quella per le vie di Livorno, dove la città si è fermata e la fiaccolata
arrivava dritta allo stomaco prima che al cuore. E subito dopo una Pasqua risvegliata dallo
scoppio violento di Treviglio. E poi altri morti, altri morti, l’operaio folgorato mentre
lavorava sui binari, il tecnico dei telefoni caduto dal traliccio, il giovane muratore
precipitato dal ponte “perché c’era troppo vento”, l’agricoltore ucciso dal suo trattore che
si capovolge.
Una mappa d’Italia vestita a lutto mentre si celebravano le feste cristiane della
resurrezione.
La trafila del “dopo” è sempre la stessa, sembra che si smuova il mondo: le dichiarazioni
dei politici di fronte ai fatti che creano più angoscia e orrore, le task force degli inquirenti
che indagano le cause, le denunce per omicidio colposo, i giornali che per qualche giorno
raccontano anche gli infortuni. E la gente che si stordisce di fronte a tanto, come se
succedesse tutto insieme, come se improvvisamente il lavoro si ribellasse all’uomo. E poi
arrivano i numeri, e ormai sono più di 150 i morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, per lo
più nel silenzio dei media, e allora no, non è cambiato nulla…
Quando un lavoratore muore, a macchia d’olio le notizie arrivano alle comunità assai
prima dei notiziari e dei tg. A Livorno è stata un’eco lunga, e non perché l’esplosione si è
sentita lontano, ben oltre le fabbriche del porto: nei comuni intorno, nelle province intorno,
quel serbatoio inclinato è diventata un’immagine che non si leva dagli occhi. Quella di
giovedì notte è stata “la più partecipata manifestazione popolare degli ultimi dieci anni in
città”, hanno scritto i giornali, di fronte alle mille e mille fiaccole sfilate per ricordare
quegli operai straziati dallo scoppio. Mille e mille luci perché non si muoia più di lavoro.
Ecco, questo abbiamo da fare: accendere le nostre luci, i riflettori delle tv, dei giornali, dei
sindacati, ogni volta che qualcuno muore. Perché nessuna vittima sul lavoro può diventare
solo un numero, una notizia data in breve in cronaca, una mesta assuefazione. Perché si è
detto troppe volte: non è il lavoro che uccide, è la mancanza di sicurezza sui luoghi di
lavoro.
Ogni volta una luce, perché – assai prima di imporre norme e controlli – quella da
sconfiggere è la mancanza di una cultura della sicurezza, per cui le tutele del lavoro sono il
primo risparmio e l’ultimo investimento.
Leggi tutto: http://www.radioarticolo1.it/articoli/2018/04/03/8282/2018-cento-giorni-152-croci