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Una campagna all’insegna dei sogni

E’ davvero molto difficile catalogare in qualche modo la campagna elettorale in corso. In molti anni e in periodi fortemente contrastati, con le forze politiche in forte contrapposizione, mai si era assistito ad una fuga così clamorosa dai problemi del Paese. Mai, nessuna forza politica, neppure quelle più marcatamente qualunquiste avevano dribblato i nodi veri che strozzano l’Italia per distrarre così platealmente l’elettorato. Delle promesse impossibili in molti hanno detto, il ponte sullo stretto, 1000 euro a tutte le mamme, flat tax al 23%, rimpatrio veloce di 600.000 “clandestini”, via l’Irap, la tassa di successione, la tassa sulle donazioni, il bollo auto, l’Imu sulla prima casa e chi più ne ha più ne metta. Davvero un campionario di illusioni nel Paese con lo spread più alto dei paesi UE, a parte il Belgio, 141 punti sui bund tedeschi, peggio di Spagna, Portogallo e persino della repubblica Ceca. Un Paese con il terzo debito pubblico per grandezza al mondo, 2.230.000 mld e qualcuno immagina di potersi permettere una nuova stagione di spese e debito……. Nessuno parla di tagli alla spesa, di coperture reali rispetto alle promesse di nove uscite e badate bene, uscite e non investimenti. Così assistiamo ad un reality tutto mediterraneo, molto prossimo ad una puntata di Scherzi a parte, dove dominano rosari, vangeli, giuramenti di presunti premier in un Paese privo della premiership, ma nonostante questo in molti si affannano a definirsi “Presidente” in pectore. Giunge poi al culmine la scomposta e irrituale sceneggiata dei M5s con il candidato anch’esso “Premier”, il quale tenta di farsi ricevere dal Presidente della Repubblica al fine di presentargli una fantomatica lista di ministri ancor prima delle elezioni. Bagaglino allo stato puro! Nessuno di questi nani e controfigure, privi di cultura politica e di senso della vergogna, può ricordare Luigi Einaudi, Presidente della Repubblica, il quale durante una delle ricorrenti crisi di governo si vide suggerire dalla delegazione DC alcuni nomi di possibili ministri. Einaudi gelò la delegazione DC e financo l’On. Moro che tentava di supportare quella richiesta con una citazione netta e indiscutibile: “l’art. 92 della Costituzione stabilisce che la nomina dei Ministri avviene con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri incaricato………” Qui non siamo neppure allo svolgimento delle elezioni, eppure qualcuno vorrebbe forzare la mano o magari ottenere un qualche endorsement dal colle. Gigionesco tentativo, goffa rappresentazione di una puerile e sterile democrazia non dal basso, ma di basso livello. A quali approdi può portare tutto ciò? Dove il Paese potrebbe finire se gestito da mani tanto inabili, inesperte, incautamente prive di regole elementari e fondamentali. Nessuno, ripeto nessuno si sogna di dire agli elettori cosa sarebbe necessario fare: abolire davvero le Provincie, oggi di nuovo fonte di spesa, accorpare le Regioni, abolendo da subito quelle a statuto speciale, vendere o valorizzare ai fini del taglio del debito pubblico il patrimonio pubblico, porre fine al costoso ed obsoleto decentramento amministrativo, sfoltire la burocrazia parassitaria, rilanciare gli investimenti con il concorso dei privati e…….. combattere seriamente corruzione ed evasione fiscale. Se trovate qualcuno che dice queste cose……… non vi capaciterete, ma siete su “Marte”.

Ares