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Riorganizzazione sanità, la Regione assuma impegni chiari e condivisi o sarà mobilitazione

Cgil Cisl e Uil delle Marche chiedono che sulla riorganizzazione della sanità e dei servizi socio
sanitari la Regione assuma impegni chiari precisi e condivisi in mancanza dei quali
avvieranno una mobilitazione diffusa su tutto il territorio regionale; una mobilitazione che darà
voce al disagio e al malcontenti che gli utenti e degli operatori del Servizio Sanitario ci
manifestano in modo sempre più evidente.
Il confronto che si è sviluppato negli ultimi tre mesi tra la Regione e CGIL CISL UIL è stato
caratterizzato da gravi carenze, sia di metodo che di contenuto, e non ha consentito di entrare nel
merito delle scelte politiche, davvero poco trasparenti, adottate dal governo regionale.
C’è bisogno di un quadro di programmazione, basato sulle evidenze epidemiologiche e
demografiche c
he superi gli interventi e le delibere spot con cui si fanno i conti attualmente. Va inoltre favorita
un’azione di maggior coinvolgimento dei territori nella definizione delle scelte di politica sanitaria
che non possono ridursi ad un’asettica traduzione di disposizioni ministeriali.
Tante sono le questioni rimaste aperte, a partire dall’offerta di servizi socio sanitari che,
sebbene in via di potenziamento, resta troppo costosa per gli utenti, soprattutto nel caso dei servizi
residenziali, e comunque insufficiente a rispondere ai bisogni dei cittadini più fragili, specie anziani,
disabili e persone con disturbi mentali. L’assistenza socio sanitaria a domicilio, in particolare,
oltre a ad essere sempre più oggetto di esternalizzazione, si caratterizza per livelli di copertura
troppo esigui, come certificato dal Comitato Ministeriale per la verifica del rispetto dei Livelli
Essenziali di Assistenza, che ha registrato carenze nelle Marche proprio rispetto all’Assistenza
distrettuale, all’Assistenza Domiciliare Integrata e a quella semiresidenziale e residenziale.
La trasformazione dei piccoli ospedali in strutture territoriali (Ospedali di Comunità) va
combinata con importanti investimenti sulla rete dell’emergenza sanitaria, a partire dall’aumento
dei Mezzi di Soccorso dotate di personale medico. Va altresì accompagnata dallo sviluppo delle
Case della Salute, strutture fondamentali per la riorganizzazione delle cure primarie. Ai 15
presìdi che oggi risultano attivi ne vanno aggiunti un numero tra 8 e 11 – in coerenza con il piano di
sviluppo concordato nel 2014 – da localizzare subito privilegiando le aree più sguarnite della nostra
Regione.
Indispensabile un rafforzamento di tutte le aree della Prevenzione per le quali vanno irrobustite le
risorse e aggiornate le dotazioni organiche.
Bisogna ripensare al ruolo della sanità privata, che “copre” in media il 13,2% dei posti letto
ospedalieri, livello che sale al 36,3% nel settore della post acuzie. Gli erogatori privati dovrebbero
integrare il sistema pubblico, piuttosto che concorrere apertamente nei suoi confronti, sfruttando

condizioni di maggior favore dovute in parte a cornici contrattuali meno tutelanti per il loro
personale .
Il peggioramento delle condizioni di lavoro è una costante anche per i dipendenti pubblici, che
dal 2010 ad oggi hanno visto venir meno 722 unità lavorative con contratto a tempo indeterminato.
Ne risente la qualità dei servizi, come dimostra l’aumento dei costi per la mobilità sanitaria. Nel
2015, quella passiva ha toccato 153,8 milioni di €, con un saldo negativo record di 48,2 milioni.
Vanno adottate azioni efficaci per la riduzione dei tempi di attesa.
Sempre nel 2015 si sono registrati 30.867 ricoveri fuori Regione, con un aumento di 1.223 casi
rispetto al 2014. Chirurgia generale, ortopedia, traumatologia e rieducazione funzionale assorbono
da sole quasi il 46% dei casi. Sono numeri che dimostrano la necessità di un potenziamento
reale delle dotazioni organiche di Enti e Aziende del SSR, a partire dalla stabilizzazione dei tanti
operatori precari.
Ancona, 29 dicembre 2017

Le Segreterie regionali di CGIL CISL e UIL Marche