Celani: Ospedali unici avanti tutta
La strategia regionale mirata alla costruzione di ospedali unici, uno per provincia, prosegue di
buona lena.
Anche Fermo avrà il suo nuovo nosocomio. Sorgerà a Campiglione ed è stato appena aggiudicato
l’appalto per 60 milioni.
A Macerata sorgerà alla Pieve così come a Pesaro, a Muraglia.
Avanti tutta quindi, ma … ma fino a Fermo.
Il Piceno, infatti, non dà segni di vita. Tutto tace, meglio, tacciono tutti. Sembrano così lontani i
tempi delle polemiche su dove si dovesse far sorgere il nuovo ospedale unico del Piceno.
Campolungo? Pagliare? Centobuchi? O chissà dove.
Ora il rischio che a scegliere la località ci penserà un algoritmo, quello che usa la Regione per
individuare il sito diventa sempre più concreto, perché la politica picena sembra che abbia fatto un
passo indietro e tace quando invece dovrebbe parlarne in Conferenza dei Sindaci.
Il problema è estremamente importante per essere lasciato alla soluzione individuata da un software.
Riguarda la nostra salute, la salute dei Piceni, perché a farne le spese saranno proprio loro, costretti
a peregrinare di ospedale in ospedale, fuori area vasta.
Occorre quindi che la Conferenza dei Sindaci restituisca il primato della politica su anonimi
software e individui un sito dove far sorgere il nuovo ospedale, e con questa proposta, confrontarsi
poi con la Regione.
Mi auguro che i primi cittadini dell’area vasta 5, ed in particolare quelli di Ascoli Piceno e San
Benedetto del Tronto, in tempi brevi convochino la relativa conferenza, in cui auspico una ritrovata
unità di intenti. Si impegnino insieme ai colleghi dell’area vasta, a trovare una soluzione quanto più
possibile condivisa che getti le basi di una sanità picena, in grado di dare risposte ottimali ai nostri
concittadini, in un futuro più prossimo possibile.
E’ pur vero, che nel lontano 16 dicembre 2011, la Regione Marche con la deliberazione consiliare
n.38, al fine di ridurre l’allora (e l’attuale) frammentazione della rete ospedaliera, definì le linee di
intervento che dovevano condurre al progetto di gestione integrata sperimentale tra l’ospedale di
Ascoli e quello di San Benedetto, nel contesto dell’area vasta 5, propedeutica all’istituzione
dell’azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti Marche Sud”, al fine di avere un nodo di riferimento, per
la copertura del bisogno di cura e assistenza dei pazienti acuti al livello minimo di area vasta.
Da quel dì però nulla è stato fatto: allora, si inizi a localizzare il nuovo ospedale secondo i criteri del
decreto Balduzzi, si chieda alla Regione quali e quante risorse ci sono per realizzarlo, cessi, quindi
la gestione integrata sperimentale dei due ospedali, per costituire così l’azienda ospedaliera Marche
Sud, costituita dal nuovo ospedale e dai due presidi sanitari di Ascoli e San Benedetto. A questo
punto la palla passerebbe alla Regione e di contro sarebbe un bel segnale che la Politica dà al
territorio, con la fine di un inutile e sterile campanilismo, che almeno nella sanità, non ha ragione di
esistere.