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Fisco, Ruffini: “meno timbri e balzelli, più dialogo”, Sarà vero?

2575573_1951_ruffini1Meno burocrazia, meno carte, meno timbri, ma anche meno pregiudizi verso un popolo, quello italiano, ritenuto troppo spesso per natura incline all’evasione. Nella sua prima uscita da direttore dell’Agenzia delle Entrate, una lunga lettera ai dipendenti resa pubblica dallo stesso ente, Ernesto Maria Ruffini, disegna i tratti distintivi della sua guida.

In linea con il “cambia verso” del fisco voluto dagli ultimi governi, Ruffini invita al dialogo, alla collaborazione, alla massima disponibilità verso famiglie e imprese. Il suo obiettivo sembra quello di cancellare l’immagine di un’amministrazione fiscale da temere e da tenere lontana perché nemica dei cittadini. Il suo modello è invece quello di un’Agenzia immersa nella vita reale, consapevole delle difficoltà legate alle scadenze fiscali e, a volte, anche alla stessa comprensione delle regole. «La parola d’ordine – scrive – dovrà essere in realtà un piccolo semplice tratto: il segno meno. Meno burocrazia, carta e timbri, meno adempimenti, ingiustizie, meno distacco dalla vita reale di chi produce, meno distanza dalla lingua italiana e, se saremo bravi, anche meno balzelli».

Insomma, anche le comunicazioni con i contribuenti dovranno essere più semplici e scritte in una lingua più intelligibile, vicina al linguaggio di chi «alza la saracinesca tutti i giorni» e che per lavoro dunque fa altro che interpretare unicamente le norme fiscali. Il direttore lancia quindi un avvertimento: «non appartengo alla squadra di chi sostiene che gli italiani hanno nel proprio Dna la furbizia dell’evasore – rivendica – Non esiste questo tratto genetico. A chi in Agenzia vede gli italiani come contribuenti prima che come cittadini, come evasori prima che come contribuenti, consiglio di cambiare approccio in tempi rapidissimi».

Non solo lotta all’evasione, dunque, ma soprattutto dialogo e partecipazione. Peccato che, gli ricorda Domenica Proietti, segretario confederale della Uil, proprio l’evasione in Italia raggiunga i 111 miliardi di euro. «L’attività dell’Agenzia deve svilupparsi con l’obiettivo di recuperare una parte rilevante di queste risorse – sottolinea il sindacalista – L’azione di semplificazione del rapporto fra cittadino e fisco è importante ma non deve, come spesso è avvenuto fino ad oggi, costituire l’alibi per perpetuare una situazione la cui drammaticità è sotto gli occhi di tutti».

La nomina di Ruffini ha appena ricevuto l’ultimo via libera formale richiesto nella prassi, quello della Corte dei Conti. Un passaggio di routine ma che permette di fatto l’insediamento. Il primo grande appuntamento in vista per il direttore è quello del 31 luglio, data di scadenza dei termini della prima o unica rata per la rottamazione delle cartelle.