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Imprese che fanno cultura. Pasta d’artista con la mostra “Ecce Luciana”

ecceluciana“Le imprese fanno cultura”, lo ha ribadito Catterina Seia – vicepresidente di Fondazione Fitzcarraldo – alla platea del festival “Art più Business uguale Love (?)”, il primo festival italiano dedicato al sodalizio fra le imprese e il mondo dell’arte – tanto longevo che possiamo farlo risalire alle esperienze del Rinascimento – che si è tenuto dal 3 al 6 maggio alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Ed è proprio all’interno del suo festival che Sineglossa Creative Ground ha deciso di presentare Ecce Luciana, progetto in collaborazione con il pastificio Luciana Mosconi. Si tratta di un’installazione site specific che l’artista Annaclara Di Biase ha creato all’interno della Mole Vanvitelliana, nelle stanze che hanno ospitato la mostra di scultura contemporanea Ecce Homo, dedicata appunto alla cultura e ai valori di cui è permeata l’azienda Luciana Mosconi.

Ma in che modo Luciana Mosconi, eccellenza marchigiana, fa cultura? Il pay off dell’azienda – tre parole: “ruvida, tenace, marchigiana” – sembra già un manifesto di intenti, veicolati da un’impresa che, visceralmente ancorata ai valori del territorio marchigiano, trova il coraggio di esplorare orizzonti nuovi. Con l’arte, certo, ma anche con una politica aziendale contemporanea e dinamica. Tra le iniziative di stringente attualità dell’azienda citiamo l’impegno a favore delle corrette pratiche ambientali: infatti nel 2012 Luciana Mosconi, prima in Italia nel proprio settore di mercato, ha sottoscritto, e sempre rinnovato ogni anno, un Accordo Volontario con il Ministero dell’Ambiente per la totale compensazione dell’anidride carbonica (CO2) generata durante le fasi di produzione, distribuzione, utilizzo e smaltimento dei prodotti di punta. Con queste premesse, arrivare a un innovativo progetto artistico fortemente intrecciato con la cultura aziendale è sembrato un processo naturale, che ha interessato l’impresa in ogni sua componente ed emanazione.

A partire dalle persone che la pasta Luciana Mosconi la maneggiano ogni giorno, coinvolte in un laboratorio di formazione in cui Sineglossa e la stessa artista Annaclara Di Biase hanno condotto dipendenti e collaboratori attraverso una riflessione ludica e interattiva sui valori aziendali, all’interno della mostra Ecce HomoE proprio da quelle riflessioni è scaturita l’ispirazione artistica che ha consentito la creazione di un’opera diffusa, dove la pasta si incastona nelle strutture stesse dalla Mole, dialogando con le opere di Ecce Homo che condividono i suoi stessi spazi: mura ruvide, tenaci colonne, all’interno di un patrimonio architettonico marchigiano.

Ruvida, tenace e marchigiana è la pasta Luciana Mosconi, tanto che l’intento che Annaclara Di Biase ha espresso ancora prima di iniziare a lavorare concretamente sull’installazione è stato proprio quello di non manipolare in alcun modo la pasta, ma di lavorarla così com’era rispettando la forma nella quale l’azienda la consegna al suo pubblico, la forma che è destinata ad avere.

Ruvide, tenaci e marchigiane sono le sculture di Ecce Homo: un’esposizione di respiro nazionale che accoglie alcune fra le più importanti sculture dell’arte contemporanea italiana, ad opera – fra gli altri – di Marino Marini, Fausto Melotti, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi.

Ruvide, tenaci e marchigiane le sei incarnazioni che compongono l’installazione di Ecce Luciana, ognuna fortemente legata ad una delle opere di Ecce Homo, con la quale condivide un testo critico scritto da Annaclara Di Biase, che mette le qualità estetiche attraverso cui le opere d’arte esprimono il proprio valore.

E così scopriamo – ad esempio – che i Lottatori di Enrico Mazzacurati, una scultura in bronzo in cui “La spinta vorticosa e ascensionale delle masse scultoree convoglia nella ricerca di un equilibrio e nella tenace volontà di mantenere integri i perimetri della materia primaria” (A. Di Biase), è tenace, così come tenace è l’Altare di Annaclara di Biase: un colonnato di pappardelle e tagliolini racchiuso in un tempio di tulle, che come un nido accoglie la pasta, a simboleggiare intrecci e stratificazioni di materie prime, ricerca ed esperienze collaborative che hanno contribuito a formare e delineare la solida identità dell’impresa Luciana Mosconi.

Così Marcello Pennazzi – amministratore delegato e fondatore, assieme al padre, del pastificio – descrive questo innovativo percorso: “È stato interessante vedere come l’artista si sia calata nella nostra realtà produttiva e abbia assimilato i concetti su cui basiamo il nostro lavoro di tutti i giorni, concetti che abbiamo riassunto nelle parole che rappresentano le caratteristiche del nostro prodotto, ma anche l’impresa stessa e le persone che ci lavorano”.

Non un’operazione di marketing, ma una nuova strada da percorrere, lungo la quale un’impresa, attraverso la condivisione dei propri valori con il territorio e le sue ricchezze, agisce sulla vita e la sensibilità dei propri dipendenti e dell’intera comunità.