INFERMIERI DI COMUNITÀ ANCHE NELLE MARCHE
Oggi ad Ancona confronto su una figura centrale per il nuovo sistema sanitario ma ancora
solo sulla carta. Per Ipasvi serve uno scatto in avanti.
La popolazione invecchia, le malattie croniche aumentano, crescono le fragilità. In questo quadro
la nuova figura dell’infermiere di comunità è centrale, perché in un sistema integrato di servizi che
si sposta dall’ospedale al territorio è il riferimento per il cittadino. Questa figura è stata oggi al
centro dell’incontro “L’Infermieristica e il territorio, nuove prospettive di assistenza”, organizzato per
la Giornata internazionale dell’Infermiere da Asur Marche – Area Vasta 2 e Ipasvi Ancona, con il
patrocinio di Univpm e Comune di Ancona, in collaborazione con QuiSaluteDonna onlus e il format
“Medicina per me!”, ed ospitato nell’ex Sala Consiliare del Comune di Ancona.
Nelle Marche l’infermiere di comunità esiste ancora solo sulla carta, anche se la trasformazione del
sistema è in atto: “Come abbiamo ascoltato al convegno di oggi – commenta Rossana
Scaramuzzo, presidente del Collegio Ipasvi di Ancona, ente pubblico che rappresenta i 4000
infermieri della provincia – molte cose si stanno muovendo: dalla definizione di ruoli organizzativi
infermieristici in sanità per gestire questa trasformazione all’attivazione da parte della Politecnica di
un master specifico per formare questa figura. E’ tempo di un cambio di passo su questo tema e
noi infermieri vogliamo dare il nostro contributo attivo, lì dove si decide”.
Sui cambiamenti in atto sono intervenuti in particolare Fabrizio Volpini, presidente della IV
Commissione Sanità della Regione Marche, che ha messo l’accento sulla necessità di applicare un
nuovo modello basato su integrazione e collaborazione, e Alessandro Marini, direttore generale
Asur Marche, che ha delineato il percorso in atto, con il dimezzamento delle 26 strutture dedicate
alle acuzie, di cui 13 destinate ad ospedali di comunità, e l’attenzione all’area infermieristica.
Significativa la testimonianza di Marta Pordenon dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana – Isontina,
territorio in cui questa figura è già una realtà: qui esiste un infermiere di comunità ogni 3000/4500
abitanti, svolge la sua attività per il 90% a casa dei pazienti non autosufficienti e coordina il
percorso del paziente, lavorando in modo integrato con medico di base, assiste sociale e tutte le
figure coinvolte. È insomma la porta d’accesso al primo livello di assistenza.
Un quadro eloquente delle nuove fragilità e del welfare di comunità è stato tracciato dall’assessore
comunale ai servizi sociali, Emma Capogrossi, che ha sottolineato i servizi attivati dal Comune di
Ancona, dall’assistenza alle persone senza fissa dimora al sistema di affido per gli anziani.
Al dibattito, aperto dai saluti del sindaco Valeria Mancinelli, sono intervenuti inoltre: la dirigente
Professioni sanitarie responsabile Formazione dell’Area Vasta 2, Manuela Silvestrini; Luca
Angeletti, infermiere dell’Area Vasta 2; il direttore dell’Area Vasta 2, Maurizio Bevilacqua; Angela
Giacometti, dirigente Professioni sanitarie Area Vasta 2; Maurizio Mercuri e Sandro Ortolani,
direttori Unità didattiche Univpm – Laurea Infermieristica; Maria Cristina Grassi, dirigente Ostetrica
Area Vasta 2 e Maria Rita Materazzi, presidente di QuiSaluteDonna onlus.
Info: www.ipasviancona.it – facebook Collegio Ipasvi Ancona.
Moretti Comunicazione
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