Da Infolampo: Camusso: attacacre i sindacati è pericoloso
Camusso: attaccare i sindacati è pericoloso
La Cgil incontra il Movimento democratico e progressista per illustrare la Carta dei diritti. Il segretario:
“La disintermediazione dei corpi intermedi serve solo a far danni”. Laforgia (Mdp): “Un ruolo
fondamentale, vanno sempre coinvolti”
Mettere in discussione il ruolo dei sindacati, come fa il Movimento 5 stelle, “è una cosa pericolosa”. Lo
afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine dell’incontro con i rappresentanti
di Mdp per illustrare i contenuti della Carta dei diritti
universali del lavoro, attualmente all’esame della
commissione Lavoro a Montecitorio. “Mi sembra il
programma del governo in carica nel 2014, torniamo
sempre a questo – prosegue -. È una cosa pericolosa,
significa non conoscere come è fatto il mondo del
lavoro. Si immagina che il lavoratore sia alla pari del
datore di lavoro. È il principio per il quale si è
smantellato il diritto del lavoro che noi vogliamo
ricostruire”.
Il leader della Cgil parla in risposta al M5S, che sul
blog di Beppe Grillo ha avviato la discussione con gli
iscritti sul capitolo lavoro. “Difendere il lavoratore – si
legge nel post grillino – significa anche promuovere
forme nuove di democrazia e partecipazione sui luoghi
di produzione, tagliando al tempo stesso i vecchi
privilegi e le incrostazioni di potere del sindacato tradizionale”. E ancora: “La presenza e l’incidenza del
lavoratore nella governance della propria impresa, per il Movimento 5 stelle, va disintermediata”.
L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori “non è una battaglia di retroguardia”, aggiunge Camusso. “Basta
guardare i dati sui licenziamenti per sapere che non è retroguardia. Così come non si può far finta di non
sapere che è intervenuto un processo di stabilizzazione con la cancellazione di forme di precarietà, che è
esattamente la ragione per cui vogliamo continuare a cancellare queste forme. Penso sia un obbrobrio
giuridico i comportamenti illegittimi che diventano legittimi solo perché li ha fatti un’azienda”.
“Il rapporto con i sindacati è fondamentale. Nessun cambiamento può prescindere dall’inclusione dei
sindacati e di tutti i soggetti rappresentativi, perciò i sindacati vanno coinvolti”. Così il capogruppo di
Mdp alla Camera, Francesco Laforgia, al termine dell’incontro. “Aspettiamo che si riapra la sala verde
come qualcuno aveva assicurato”, aggiunge, riferendosi all’impegno preso dall’ex premier Renzi di
riaprire il confronto con le parti sociali.
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Elio Cerri è stato eletto all’unanimità
segretario generale dello Spi Marche
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Dove batte il cuore dell’Europa
Cresce un movimento europeista: ogni domenica appuntamento in 35 città tedesche e diverse altre città
europee.
di Hannes Koch Die Tageszeitung
“Freude, schöner Götterfunken!” E poi? Chi di voi conosce l’inno europeo? Anche questa domenica
vogliono cantarlo tutti insieme sui gradini della Konzerthaus, la sala da concerto di Berlino che si affaccia
sulla Gendarmenmarkt. Friedrich Schiller, l’autore del testo, potrà stare a guardare dall’alto del suo
monumento. Ma gli iniziatori di Pulse of Europe dovranno distribuire dei foglietti con il testo per fare in
modo che il coro non risulti troppo scadente.
Il Pulse of Europe, il “battito dell’Europa”, da poco riecheggia ogni domenica pomeriggio nella piazza
centrale della capitale tedesca. La tendenza? Amplificarsi sempre di più. Secondo diverse stime la scorsa
settimana c’erano tra le 700 e le 3.000 persone riunite sotto un mare di palloncini blu e di bandiere
dell’Europa. Manifestazioni simili si sono tenute anche in altre 34 città, tra cui Erfurt, Halle, Lipsia e
Monaco di Baviera, e poi ancora in Belgio, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Portogallo.
Così, otto mesi dopo il voto per la Brexit, nasce una corrente contraria che cerca di opporsi
all’euroscetticismo di molti cittadini e all’ostilità delle destre nei confronti dell’Unione europea. Il
movimento è stato fondato all’inizio dell’anno a Francoforte da un gruppo di persone guidate
dall’avvocato Daniel Röder. Poi, quattro settimane fa, un loro compagno di studi ha chiamato l’avvocato
berlinese Alexander Knigge dicendogli: “Devi assolutamente partecipare!”. Knigge è ora uno dei dieci
organizzatori di Pulse of Europe a Berlino. “Vogliamo che l’Europa formi un’unione politica”, afferma
Knigge, “lo scopo è suscitare un nuovo slancio per renderlo possibile”.
Obiettivo: coinvolgere più persone possibili
Alle manifestazioni della domenica partecipano molte persone dall’aria benestante. Indossano lunghi
cappotti e occhiali dalla montatura spessa. L’atmosfera è radical chic. Uno dice “pardon”, quando si fa
strada tra le fila. Al “microfono aperto”, poi, praticamente a tutti è concessa la parola.
La voce ai cittadini! Eppure anche qui gli intrusi non mancano. Con il pretesto di voler aiutare, dei
militanti di destra hanno tentato di intrufolarsi, ma sono stati mandati via. Un gruppo di giovani liberali è
stato invitato a riavvolgere lo striscione del partito Liberaldemocratico. Knigge e gli altri ci tengono a non
farsi strumentalizzare dai partiti. Anche l’eurodeputato dei Verdi Reinhard Bütikofer è stato visto in
piazza Gendarmenmarkt, ma si è espresso unicamente su Twitter.
Gli organizzatori vogliono far sì che le manifestazioni siano aperte a tutti, per raggiungere il maggior
numero possibile di persone interessate. Sul sito del movimento si legge: “siamo convinti che la
maggioranza dei cittadini creda nell’idea di fondo dell’Unione europea e nel suo sviluppo futuro e non
vuole vederla soccombere di fronte alle tendenze nazionalistiche.”
Più concretamente, l‘Unione non avrebbe forse bisogno, per esempio, di un’assicurazione per la
disoccupazione a livello comunitario? Knigge non vuole esprimersi in maniera categorica al riguardo.
Dice: “vorrei che i cittadini dei diversi paesi si comportassero in modo più solidale l’uno verso l’altro. Il
futuro di un giovane disoccupato in Italia dovrebbe starci tanto a cuore quanto quello di un giovane della
Bassa Sassonia.”
“Se si pensa alle riforme, allora bisogna sicuramente considerare l’eventualità di concedere più poteri al
Parlamento europeo”, afferma Röder, l’organizzatore del raduno. All’inizio si aveva l’impressione che
“Pulse of Europe” volesse durare solo fino alle elezioni nei Paesi Bassi e in Francia. Il suo successo ha
tuttavia cambiato le carte in tavola. “Non posso più immaginarmi, con queste elezioni passate e da venire,
di rimanermene semplicemente a casa”, confessa Knigge.
Questo articolo è stato tradotto in cooperazione con la Facoltà di traduzione e interpretariato
dell’Università di Ginevra
Traduzione di Daria Evangelista, Eugenia Portioli
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