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Da Infolampo: Ammortizzatori – Europa

10fba8bfc1c8d57b7bd9400493320bd4Ammortizzatori sociali, vertice col governo

Nuovo incontro a Roma tra sindacati e ministro Poletti: in agenda politiche attive e transizione alla

Naspi. Scacchetti (Cgil): “Ragionare oggi di mercato del lavoro significa anzitutto chiedere un piano di

intervento straordinario per l’occupazione”

Nuovo incontro tra sindacati e governo su politiche attive e ammortizzatori sociali. Si tiene oggi (giovedì

9 marzo) a Roma, alle ore 15 presso il ministero del Lavoro

(in via Veneto 56), per la Cgil partecipano il segretario

generale Susanna Camusso e il segretario confederale Tania

Scacchetti. Oltre agli argomenti in programma, sicuramente

si parlerà anche della nuova normativa sui voucher che il

governo si appresterebbe a varare sotto forma di decreto

legge. I buoni lavoro dovrebbero tornare allo spirito

originario, quindi poter essere utilizzati solo dalle famiglie

nell’ambito dei lavori occasionali: restano però da chiarire

gli eventuali usi da parte delle imprese (che per ora

sarebbero del tutto escluse) e delle amministrazioni

pubbliche (che se ne avvarrebbero soltanto in caso di

calamità).

“Ragionare di mercato del lavoro, in questa fase, significa

innanzitutto chiedere un piano di intervento straordinario per

l’occupazione”. Così nei giorni scorsi Tania Scacchetti,

parlando in proposito del vertice odierno. Per il segretario confederale c’è soprattutto da affrontare la

transizione dalla cassa integrazione in deroga e dalla mobilità alla Naspi: “Spostando le coperture dal

posto di lavoro al mercato del lavoro, lo strumento prevalente diventa proprio la Naspi, che però rischia di

essere troppo debole se non accompagnata da interventi che generino occupazione. Tutto questo al netto

della riforma delle pensioni, che ha generato un forte impedimento per l’ingresso dei giovani”.

Altro tema che potrebbe essere affrontato è quello del taglio al cuneo fiscale sul lavoro (ossia la

differenza tra il costo sostenuto dal datore e quanto percepito dal lavoratore), misura che il governo

vorrebbe inserire nella prossimo Documento di economia e finanza, previsto per aprile. L’ipotesi in

campo è quella della riduzione dei contributi del 3-5 per cento, suddivisa a metà tra impresa e dipendenti,

che comporterebbe una diminuzione della forbice tra lordo e netto superiore all’1 e mezzo per cento.

Restano da definire, ovviamente, la platea dei beneficiari (se l’intero universo lavorativo o singole

categorie, come ad esempio i neoassunti) e la durata dell’intervento (se strutturale o temporaneo).

Leggi tutto: http://www.rassegna.it/articoli/ammortizzatori-sociali-vertice-col-governo

Welfare: gravissimi i tagli a

spesa sociale

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www.voxeurop.eu/it

Non si scherza con l’Unione europea

Il clima attuale è particolarmente ansiogeno e pensiamo che noialtri, i cittadini, dobbiamo prendere la

parola e far sentire la nostra voce. È per questo che gli alunni del Liceo franco-tedesco di Friburgo, in

Germania, hanno scritto e tradotto questo testo. Il loro appello è sostenuto dal consiglio dei delegati

degli alunni, da quello dei genitori e dall’insieme degli insegnanti e dalla direzione dello stabilimento.

“No all’Unione europea”: va bene, ma poi? La rinascita del nazionalismo? L’isolamento politico e

l’emarginazione? Attizzare l’odio e chiudere le frontiere?

I movimenti antieuropei stanno emergendo e non solo in Gran Bretagna, dove il Brexit ha dimostrato che

tutto può accadere. Questo ci fa capire che lo scetticismo antieuropeo rappresenta una minaccia reale per i

valori elementari della nostra convivenza europea. Ma perché, sessant’anni dopo la fondazione della

nostra comunità economica, così tanti europei si dimostrano critici verso il loro più grande progresso?

È comprensibile che l’esistenza di quest’unione sia messa in discussione da alcuni tra i suoi 510 milioni di

cittadini. Ed è altrettanto evidente che la nostra UE, cosi com’è, è complessa e incompiuta.

Difficile da capire, formata da un groviglio complesso di regole e di leggi che la rendono opaca, è più

burocratica che vicina alla popolazione. Questi sono alcuni degli argomenti critici principali.

Effettivamente, quest’unione può sembrare lontana dalla realtà quotidiana di molte persone. L’UE

rafforza il potere dei lobbisti e trascura il singolo cittadino. L’Unione europea vuole darci l’immagine di

un’unità, anche se non è in grado di presentarci una politica unita. Questa mancanza di uniformità politica

rende impossibile il compito di omogeneizzare la disparità economica e sociale che emerge fra i paesi

europei. Gli strati sociali divergono sempre di più. Non ci pare necessario ricordare come possa finire

un’Europa nemica e divisa. O forse sì? La prima parte del secolo scorso dovrebbe essere un monito.

La Comunità Economica Europea è stata fondata con l’intenzione di garantire la pace e di proteggerla.

Questo fine è stato realizzato con successo: di guerra, in Europa, ormai se ne parla solo nei manuali di

storia. Proprio in un momento in cui migliaia di persone fuggono dalle tragedie della guerra e del terrore,

dovremmo essere grati per questo dono prezioso e dovremmo conservarlo con cura. Sarebbe incosciente

mettere a repentaglio tutto ciò.

L’unione europea protegge la democrazia. La libertà di stampa, quella d’opinione e quella di religione

sono solo pochi esempi dei diritti intangibili che spettano a ogni cittadino europeo. Non è una fortuna

incommensurabile vivere in un paese dove i principi di libertà e di autodecisione sono ancorati nella

costituzione? Quanti stati sono ancora autoritari e disprezzano l’essere umano? Quante persone

combattono ancora per la libertà e sono oppresse, torturate e massacrate?

Tutti i membri dell’unione europea devono rispettare i principi della democrazia e se un paese desidera

entrare nella Comunità europea deve prima sottoporsi a una serie di verifiche e di controlli. In questo

modo si garantisce la stabilità della democrazia.

Due aspetti essenziali dell’unione europea sono la libera circolazione delle persone e dei beni e la moneta

comune. Queste sono, in aggiunta alla libertà e alla democrazia, le caratteristiche principali dell’Unione

europea. Di certo non sono caratteristiche perfette; soprattutto l’uso dell’euro è molto criticato. Nella zona

euro il cambio di valuta è scomparso così come i costi legati ad esso. Qualsiasi cittadino europeo può

muoversi a suo piacere, può viaggiare e può oltrepassare le frontiere senza essere controllato. La

convenzione di Schengen, nella quale sono contenuti questi diritti, non permette solamente la prosperità

economica, ma anche e sopratutto lo scambio culturale. Questo scambio conduce alla comprensione di

una cultura diversa dalla propria e contribuisce a mantenere una convivenza pacifica.

Quando si sparge la voce che alcuni paesi vogliono costruire muri e barriere, non resta che sgranare gli

occhi. Non dobbiamo ritornare mai più a questo punto di partenza. Questo perché la libertà di muoversi

oltre il confine del proprio paese non deve essere messa in discussione, qualsiasi scopo si voglia

raggiungere. Sarebbe un contraccolpo per la nostra società europea così libera e varia.

L’unione europea non è perfetta. Ciononostante ci garantisce pace e sicurezza.

Criticarla è legittimo. Distruggerla no. Non si può mettere in discussione il fatto che sia giunto un tempo

di cambiamento e di trasformazione affinché l’Unione europea sia preparata per i suoi compiti futuri.

Queste modifiche devono essere intraprese tutti insieme, non con ostilità e divisioni interne.

Oggi più che mai l’unione europea ha bisogno di essere rinforzata. Non è un privilegio vedere i propri

vicini e amici senza limitazioni? Viaggiare senza dover subire un controllo meticoloso del proprio

passaporto? Non dover cambiare moneta ogni volta che si superano le proprie frontiere? E sopratutto

Leggi tutto: http://www.voxeurop.eu/it/2017/60-anni-del-trattato-di-roma-5120751