IO CREDO
In una sequenza di istanti l’intera area appenninica è stata semidistrutta, le
perdite in termini umani, culturali ed economici sono state altissime. Ora, non
possiamo esimerci dall’imporre a noi stessi delle priorità per garantire una
rapida ripresa del territorio, distanziandoci da ogni retorica assistenzialista
tipica, ahimè, di questi tempi, ma di certo estranea ai marchigiani, gente
schiva e avvezza a fare i conti con la fatica e creatrice di un modello
economico dal volto umano, un sorta di capitalismo famigliare fatto di tante
piccole e medie imprese: “Il Modello Marche” , cosi efficiente da garantire
“tassi di crescita cinesi” e ora così pesantemente danneggiato.
Appare quindi evidente che la “ricostruzione” non può che iniziare dalla
ricostituzione degli asset economico-commerciali e a tal proposito, credo sia
doveroso ricordare le parole di monsignor Battisti all’indomani del terremoto
del Friuli nel 1976 : “Prima le fabbriche, poi le case e quindi le chiese”, un
monito granitico ancora attuale.
Rappresentano quindi un esempio virtuoso tutte quelle realtà nate da e per il
territorio, come “Patasibilla” un’associazione di aziende agricole aventi sede
nei comuni di Montegallo, Montemonaco e Comunanza, ideata con lo scopo
di promuovere le coltivazioni locali, grazie agli sforzi sinergici di agricoltori e
agronomi mirati a conciliare qualità, redditività e salvaguardia dell’equilibrio
naturale.
Sebbene Patasibilla sia nata nel 2015 da questi eventi catastrofici ha tratto
nuova linfa vitale, poiché non animata dall’etica del profitto e
dell’individualismo, ma da un profondo senso di comunità che caratterizza, fin
dai tempi remoti la vita nei borghi isolati dei Monti Sibillini. L’operosità unita
alla consapevolezza morale di farsi esempio, ha consentito a questa
associazione, nonostante i danni subiti dal sisma prima e dalle forti nevicate
poi, di riuscire comunque a chiudere il bilancio in pareggio e pagare
interamente i macchinari acquisiti.
Queste persone sono gli ambasciatori di un territorio che non vuole
arrendersi, sono il volto più vero dell’Italia.
Vorrei che si guardi a queste realtà e che si dica quel che Stazio disse di
Virgilio “facesti come colui che cammina di notte, e porta un lume dietro di sé,
e con quel lume non aiuta se stesso. Egli cammina al buio, si apre la strada
nel buio ma dietro di sé illumina gli altri”.