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I gruppi aziendali diversificati sono meglio preparati ad affrontare l’incertezza

cass_business_schoolLondra, Dicembre 2016 – Secondo un nuovo studio condotto dalla Cass Business School, l’Università Bocconi e l’Ensae-Crest di Parigi, l’appartenenza a un gruppo aziendale diversificato può aiutare le aziende a resistere agli shock economici e a prosperare anche in periodi di incertezza.

La ricerca, intitolata Coinsurance Between Firms: The Role of Internal Labor Markets e condotta dalla Dottoressa Giacinta Cestone della Cass Business School in collaborazione con la Professoressa Chiara Fumagalli, il Professor Francis Kramarz e il Professor Giovanni Pica, illustra come una rete di società controllate da un unico proprietario offra stabilità e opportunità, poiché in grado di assorbire vicendevolmente i membri della forza lavoro, sia in tempi prosperi sia in momenti di difficoltà economica.

I gruppi aziendali diversificati costituiscono la parte più consistente di molte economie, in particolare in Europa continentale, Cina e India. Tra gli esempi troviamo Samsung, Virgin e Tata, che operano in diversi settori e aree geografiche. Anche importanti organizzazioni nel settore finanziario, come Citigroup e HSBC, sono strutturate come gruppi, con una società holding a capo di numerose altre entità legali operanti in diversi paesi.

Secondo la ricerca:

  • I gruppi aziendali diversificati possiedono un proprio mercato del lavoro interno. Spesso funzionano in modo orizzontale, cioè i lavoratori vengono riassegnati alle varie società del gruppo in risposta a shock positivi e negativi.

 

  • Davanti a opportunità di crescita, ad esempio dopo l’uscita di scena di un importante concorrente, le società del gruppo si affidano ampiamente al mercato del lavoro interno per ampliare la loro forza lavoro. Questo effetto è particolarmente spiccato per quanto riguarda i dirigenti, gli ingegneri e le altre figure professionali altamente qualificate.

 

  • Se un’azienda del gruppo attraversa un momento di difficoltà che la costringe alla chiusura o a un licenziamento di massa, la maggior parte dei lavoratori mobilitati vengono assorbiti dalle aziende più in salute del gruppo e solo una minoranza si riaffaccia sul mercato del lavoro generale. Ciò avviene, in particolare, quando la circostanza negativa riguarda un’azienda del gruppo soggetta al pagamento di indennità di fine rapporto e di licenziamento più elevate.

 

  • Soprattutto a seguito di una chiusura o di un licenziamento di massa, la percentuale di lavoratori rimasti senza lavoro è significativamente più esigua nelle società affiliate a un gruppo che nelle aziende indipendenti.

La Dottoressa Giacinta Cestone, docente di Finanza alla Cass Business School di Londra e autrice della ricerca, spiega: “I mercati del lavoro interno funzionano come un meccanismo di mutua assicurazione per le aziende che fanno parte di gruppi aziendali diversificati, permettendo loro di ridurre i costi relativi a licenziamenti e assunzioni quando si rendono necessarie modifiche della forza lavoro. Ciò può spiegare, in parte, la capacità unica dei gruppi di affrontare sia periodi di difficoltà sia di prosperità. Inoltre, sembra che i mercati del lavoro interni offrano sicurezza lavorativa ai dipendenti dei gruppi aziendali.”

Alla luce dei risultati evidenziati dagli autori, i gruppi geograficamente diversificati presenti sia nel Regno Unito sia nell’Europa continentale possono contare sul loro mercato del lavoro interno per far fronte alle complicazioni risultanti dalla Brexit. Qualora fossero privati dei diritti conferiti dal passaporto e dell’accesso al mercato comune, questi gruppi potrebbero ridistribuire rapidamente il loro capitale umano di valore sulle sussidiarie europee. Le aziende di piccole dimensioni che hanno sede esclusivamente nel Regno Unito non sarebbero invece in grado di rispondere alla sfida con la stessa prontezza.

La ricerca ha utilizzato dati riferiti al panorama delle aziende francesi (pubbliche e private), fornendo dati amministrativi (fiscali) sul bilancio e sui conti economici. I dati sono stati combinati con un database amministrativo composto da informazioni incrociate su dipendenti e datori di lavoro (basato sui rapporti che i datori di lavoro devono obbligatoriamente fornire, contenenti le informazioni riguardanti i salari e la posizione di tutti i dipendenti soggetti a una tassazione diretta dello stipendio). Grazie a queste informazioni, i ricercatori hanno potuto seguire gli spostamenti dei lavoratori francesi da un’azienda all’altra.

Finanziata dal fondo di ricerca di AXA e dal Leverhulme Trust, questa ricerca è unica nel suo genere perché esamina dati a livello aziendale (profitti, produttività, influenza finanziaria) combinati con dati sui movimenti dei lavoratori e, singolarmente, sulla struttura precisa di ogni gruppo aziendale.

 

Contatto Stampa:

Ilary Bottini, Agenzia Noir sur Blanc