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Da Infolampo: Povertà – Omofobia

povertà002Povertà, cosa c’è e soprattutto cosa manca nell’azione del

governo

Lo scorso 14 luglio la Camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge delega sul contrasto alla

povertà e sul riordino delle prestazioni e dei servizi sociali, collegato alla legge di stabilità 2016,

istituendo un “Reddito di inclusione sociale” e compiendo un passo importante verso l’adozione di

politiche fortemente auspicate e sostenute dalle Organizzazioni e Associazioni (tra le quali Cgil, Cisl e

Uil) che nel 2013 hanno dato vita all’Alleanza contro la povertà.Il testo approvato alla Camera è stato

trasmesso al Senato per proseguire l’iter parlamentare.

Il 18 luglio invece è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale con il quale si

disciplina la misura nazionale di contrasto alla povertà chiamata Sostegno all’inclusione attiva (SIA) che

permetterà di spendere le risorse stanziate dalla legge di stabilità 2016 e che di fatto anticipa molta delle

disposizioni che entrerebbero a regime con la definitiva approvazione della legge delega e dei relativi

successivi decreti legislativi. Il 3 agosto il Ministero del

lavoro e delle politiche sociali ha inoltre ripartito ai Comuni e

agli ambiti oltre 486 milioni di euro del PON inclusione per

implementare le azioni di integrazione dei servizi sociali e

anche della presa in carico e delle azioni che saranno previste

nei progetti individuali. Le misure di inclusione con l’uso

combinato di sostegno economico e servizi alle famiglie per

rimuovere le cause di emarginazione hanno alle spalle una

fase di sperimentazione avviata nel 2012 su 12 città

metropolitane. A seguito di quella sperimentazione e in vista

della estensione degli interventi con le risorse del 2016, il

Governo, le Regioni e le autonomie locali hanno elaborato le

“Linee guida per la predisposizione e l’attuazione dei progetti

di presa in carico del sostegno per l’inclusione attiva”. Le

linee guida mostrano il livello di innovazione organizzativa e

la complessità delle competenze e degli adempimenti che soprattutto i Comuni e gli “Ambiti

intercomunali” devono mettere in campo a “ risorse invariate e senza maggiori oneri”.

Resta però un problema non di poco conto: le risorse. Sono poche e non bastano ad affrontare quella che è

una vera e propria emergenza nazionale. Così ancora tante persone, soprattutto anziane, resteranno

escluse dalle misure di contrasto alla povertà. Ed è per questo che sosteniamo sia fondamentale

programmare un loro incremento.

Sostegno per l’inclusione attiva (Sia). Che cos’è e come funziona (fonte Inps).

Piano per il contrasto alla povertà. Le nostre valutazioni.

Leggi tutto: http://www.spi.cgil.it/poverta_cosa_fare

L’8 settembre di Bruno Trentin

Leggi su www.rassegna.it

www.ingenere.it

Quell’Italia malata di sessismo e omofobia

Gli strafalcioni mediatici durante le ultime olimpiadi sono solo il sintomo di una “malattia” che i dati

descrivono chiaramente: quella di un’Italia affetta da sessismo e omofobia. Tutti i numeri dell’ultima

indagine Eurobarometro

di Andrea Bendinelli

Le olimpiadi sono un evento sempre molto atteso e anche in questa edizione, come previsto, hanno

conquistato la leadership degli ascolti. Le persone che hanno seguito l’evento, così come gli atleti che

hanno gareggiato, sono di svariate nazionalità, di una moltitudine di etnie, credi religiosi o convinzioni

personali differenti, tendenze sessuali, identità di genere e generi diversi. Insomma, tutte le persone del

mondo sono rappresentate, eppure, chi più chi meno deve subire battute poco simpatiche su alcuni

pregiudizi ormai radicati nella cultura italiana: “Il trio delle cicciottele sfiora il miracolo olimpico”; “Una

ragazzona che non brilla certo di grazia e bellezza stabilisce un nuovo record”; per non parlare della

risonanza mondiale degna di una guerra che ha ottenuto il coming out della judoka brasiliana Rafaela,

apostrofata da alcuni “maschiaccio”. Come si sospettava, il mondo della televisione si è confermato un

perfetto riflesso del sessismo e dell’omofobia o comunque della discriminazione in generale.

Come è noto, la normativa dell’Unione Europea contro le discriminazioni fondate sulla razza o l’origine

etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale è ormai

recepita nel diritto nazionale di tutti gli stati membri. Rimane ora da applicarla nella pratica.

Mentre l’Italia fa da spettatore sul palcoscenico europeo, paesi come Francia e Svezia mettono il piede

sull’acceleratore per contrastare sin dall’infanzia gli stereotipi sessisti per formare adulti meno violenti e

senza stereotipi. “Maschietti” che giocano con le bambole e “femminucce” che si divertono con

costruzioni e macchinine: è stato questo l’esperimento di un asilo francese di Saint-Ouen, alle porte di

Parigi, per lottare sin dall’infanzia contro gli stereotipi sessisti. Un articolo pubblicato sul blog globalist

esordisce: Niente rosa o blu sulle etichette degli armadietti, né poster di principesse e pirati alle pareti, e

nemmeno case delle bambole e mini-cucine per future casalinghe: ”La lotta contro gli stereotipi sessuali

non è qualcosa che si vede – spiega la direttrice della scuola materna Bourdarias, Haude Costantin. Non si

vede ma è un processo lungo e delicato che necessita di riflessioni e piccole trasformazioni. Ma

funziona!”. Anche i genitori sono invitati a contribuire alla formazione: vengono educati al significato di

‘genere’, si spiega loro quali sono le rappresentazioni culturali legate al sesso e il rapporto sociale tra

maschi e femmine. Anche gli educatori hanno dovuto imparare a non cedere alle diseguaglianze di base:

niente complimenti sui vestitini alle femmine e guai a esortare i maschi a non piangere perché ‘i duri non

versano lacrime’.

Il tema della lotta alle discriminazioni è ormai riconosciuto all’unanimità come una delle questioni più

rilevanti da affrontare nell’imminente futuro. Ovviamente, la prima considerazione che guida questa

urgenza è di natura etica, legata al sistema di valori sul quale una società più libera, equilibrata ed evoluta

dovrebbe fondarsi, ad esempio, i rapporti tra uomini e donne non possono più essere condizionati dal

retaggio culturale antichissimo che impone una netta separazione dei compiti tra soggetti di sesso

opposto.

La struttura sociale ha subìto un cambiamento tanto repentino quanto consistente, e insieme ad essa

devono cambiare quei modelli culturali che si sono consolidati in secoli di storia sulle coscienze degli

individui appartenenti alla stessa comunità. A questa considerazione – che da sola basterebbe a

giustificare qualsiasi tipo di politica volta a eliminare ogni disparità – va aggiunta una valutazione di

carattere strettamente economico. In un momento in cui ancora si fanno sentire le pesanti conseguenze

della recente crisi, cercare di sfruttare ogni tipo di fonte di crescita economica che consenta di ottenere

uno slancio verso la ripresa è un imperativo categorico. E in quest’ottica, è ampiamente documentato che

una maggiore parità di diritti equivale a migliori opportunità di crescita.

La possibilità per un individuo di realizzare al meglio la propria persona, mettendo a frutto le proprie

potenzialità senza essere ostacolato da antiche discriminazioni, crea un contributo in termini di maggior

valore per la collettività intera.

Incalzata da questa esigenza, la società Eurobarometro ha dato avvio dal 2006 ad una indagine a cadenza

triennale finalizzata a individuare la percezione della discriminazione, capire come e perché questa si è

sviluppata, e ricercare le principali azioni da intraprendere per colmare le asimmetrie, sensibilizzando così

le istituzioni a ogni livello ad adottare una visione che tenga conto delle problematiche legate ad alcune

Leggi tutto: http://www.ingenere.it/articoli/italia-malata-di-sessismo-omofobia-eurobarometro