Boschi song – partigiani si, partigiani no;
Cortigiani, vil razza dannata, per qual prezzo vendeste il mio bene?
– Aria di Rigoletto di Giuseppe Verdi –
Diciamo la verità, la serafica Maria Elena Boschi un poco ci mancava, abituati a vedere lei e Salvini
a reti unificate ad ogni piè sospinto, non vedere miss Colgate imperversare sul piccolo schermo era
come entrare in un bar dove non servono il caffè. E se risulta difficile sorridere delle ‘padanate’ del
Fondo d’Investimento Tanzania, quando parla MBE, rimanere seri diventa opera così meritoria da
essere annoverata negli sconti del Purgatorio.
Anche senza gli occhiali della Gelmini, l’aria della maestrina dalla penna rossa un pochino ce l’ha, e
cosa fanno le maestre? Danno voti e pagelle, in questo caso il tema era la Resistenza,
probabilmente inviperita dai sondaggi sul referendum che danno incredibilmente in vantaggio il
no, se l’è presa con i Partigiani. Ma non con tutti, quelli veri, quelli che andavano a dorso di mulo
con i Garand, rudi montanari appartenenti alle Brigate che combattevano i nazisti ed i fascisti, ma
soprattutto votano sì al referendum del duo Renzi/Boschi. Se combattevano i tedeschi e votano no
perdono ovviamente lo status di partigiano, che non è dato dalla fedeltà al tricolore, ma dalla
servitù ai desiderata della Leopolda, ma questi non esistono. I ‘finti’ partigiani sono la malnata
genìa dei combattenti, i choosy, i fannulloni, perché quelli che ‘fanno’ si arruolano nelle fila dei
balilla del PD, gli altri sono ‘finti partigiani’.
Peccato che anche i veri partigiani si rivelino un boomerang per stella nascente del PD, A ruota, è
dai partigiani che iniziano ad arrivare prese di posizione. Il partigiano Umberto Lorenzoni, nome di
battaglia Eros replica alla Boschi con parole nette: I partigiani veri voteranno sì. E’ chiaro che il
ministro Boschi non ha conosciuto i partigiani veri perché i partigiani veri voteranno tutti per il
no. Non consentiremo che una dama bellina storpi la Costituzione conquistata con il sangue di
migliaia di partigiani. L’Anpi ha votato e ha deciso all’ unanimità (solo 3 contrari) di dire no alla
riforma. E la nostra posizione la porteremo avanti fino in fondo.
Rimane ancora una sola domanda da fare alla Ministra, quando ha dichiarato che se perdono il
referendum lei e Renzi se ne vanno, era una promessa o una minaccia? Ai posteri l’ardua sentenza,
ad libitum popolo.
MAURIZIO DONINI