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Tasse locali + 300%

1458497680_276x183_primo-piano_uil-300-euro-tasse-locali-in-2-anniContinuano a crescere le imposte locali, con particolare rilevanza le addizionali IRPEF. I Comuni, le ex provincie e le Regioni hanno in questi anni azionato a più riprese la leva delle tasse locali per far fronte al venir meno dei trasferimenti centrali, rispettare il patto di stabilità ed evitare ove possibile la cessazione di alcuni servizi . Purtroppo una famiglia tipo, tra addizionali IRPEF, tassa rifiuti, e una eventuale tassa sulla seconda casa può arrivare a pagare fino al 300% in più rispetto agli ultimi anni. Questo meccanismo, solo nell’ultimo triennio, ha trasferito sette (7) miliardi dalle tasche dei cittadini agli enti locali. Somme sottratte alle necessità delle famiglie, alle spese non certo voluttuarie, spesso alle cure mediche o ad altre esigenze anche primarie. Nonostante l’abolizione della Tasi sulla prima casa e il blocco fino al 31 dicembre 2016 di tutte le tasse locali con l’unica eccezione della tassa rifiuti la pressione fiscale sulle famiglie resta altissima e di forte incidenza sulle casse dei cittadini della maggior parte delle città. Eppure in questa campagna elettorale, dove gran parte delle città al voto sono oberate da debiti pesantissimi, il tema delle imposte e tasse locali non è neppure sfiorato dai candidati, tanto sono edotti della spinosità del problema. Il rischio sulla media lunga distanza è il potenziale taglio del welfare e dei servizi essenziali, in considerazione delle difficoltà di rientro del debito e del perdurare del patto di stabilità e stanno meglio le città con sostanziosi patrimoni, immobiliari e non, a patto di saperli valorizzare e vendere quanto prima sul mercato. Una modalità per abbassare il debito, uscire dal patto di stabilità, tornare ad investire in opere e infrastrutture, ma soprattutto limare verso il basso i livelli percentuali delle tasse e imposte locali. Saranno in grado i nuovi sindaci di affrontare con coerenza questi temi?

ARES