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Sull’acqua pubblica è battaglia!

035534977-61c8c329-fe90-426c-b5be-fa98e58bb851Dopo cinque anni dall’esito del doppio quesito referendario, contro la “remunerazione del capitale investito” e dopo la legge di iniziativa popolare di nove anni fa, il governo sembra non tener in nessun conto la volontà espressa da 26 milioni di cittadini. Il provvedimento in corso di approfondimento in Parlamento vede il governo impegnato in un’opera di stravolgimento tale da modificare il titolo originario “Principi per la tutela, il governo, la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nonché delega al governo per l’adozione di tributi destinati al suo finanziamento”, in Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque”. A detta di molti la modifica del testo del provvedimento e gli emendamenti provenienti dalla maggioranza “andrebbero nella direzione esattamente opposta alla gestione pubblica dell’acqua”, semmai verso la privatizzazione più spinta. Il testo assai articolato si compone di almeno 12 articoli, che vnno dalla definizione dell’acqua come bene naturale e diritto universale, a un quantitativo minimo vitale di 50 litri giorno, alla pianificazione della gestione e della tutela dell’ambiente, fino alla morosità inconsapevole, al risparmio idrico e alla bolletta trasparente. Il provvedimento ha provocato innumerevoli contrarietà a partire dai rappresentanti del Forum dell’acqua, decisi a contrastare lo stravolgimento operato dall’esecutivo, anche attraverso un decreto attuativo della legge madia sulla Pubblica Amministrazione reo di favorire l’ingresso di soggetti privati nel capitale dei gestori. Un bel rompicapo con un’unica certezza, corroborata da precedenti edificanti, il governo promette misure in una direzione e le vara nella direzione esattamente opposta, nello stile inaugurato dal Premier  Renzi, con un forte fastidio per la volontà dei cittadini. Ulteriore prova nel prossimo referendum sulle trivelle!

ARES