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Aerdorica inchiesta infinita

aerdoricaANCONA – Un nuovo capitolo d’indagine, un nuovo filone d’inchiesta e molto probabilmente nuovi indagati: sembrano non avere fine le grane giudiziarie per le passate gestioni di Aerdorica, la società per azioni che gestisce l’aeroporto delle Marche. Su disposizione della Procura di Ancona proprio nei giorni scorsi la Guardia di finanza ha acquisito nuovi atti e documenti relativi alla Spa, finita nel mirino della magistratura per l’attività contabile inerente agli anni 2007-2011. Si spulcia ancora fra le carte, si visionano spese, contratti e gare d’appalto, per ricostruire nel dettaglio il declino finanziario della società di cui la Regione Marche detiene attualmente l’82% delle quote e che si è costituita parte civile al processo contro l’ex direttore generale Marco Morriale.

L’ennesimo colpo di scena su una vicenda che ha già portato sul banco degli imputati il super manager romano – accusato di peculato e truffa -, indagato anche nell’inchiesta bis che ipotizza un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al peculato, all’abuso di ufficio e alla turbata libertà degli incanti. Il blitz della Finanza potrebbe portare all’apertura di un terzo filone di indagine, un altro fascicolo fondamentale per ricomporre il complicato puzzle gestionale di Aerdorica negli anni in cui si consumava il tracollo economico della società che ha sfiorato il baratro e che adesso sta cercando a fatica di risollevarsi nella speranza di trovare l’acquirente giusto con un piano industriale capace di centrare l’obiettivo di lasciarsi alle spalle un infausto passato. Due vicende – quella giudiziaria e quella del rilancio – che si intrecciano inevitabilmente ma percorrono allo stesso tempo strade parallele: l’indagine portata avanti dal pubblico ministero Paolo Gubinelli si arricchisce di nuovi particolari e documenti sulle tracce di tutti i responsabili di quello che è stato un clamoroso dissesto. Il primo capitolo dell’inchiesta è già arrivato un pezzo avanti: l’ex direttore generale ha raccontato nel corso dell’udienza dello scorso giugno la sua versione circa le spese effettuate quando gestiva la società del Sanzio.

Nell’indagine bis invece sono finite nel mirino tutte le attività di Morriale e di un’altra coppia romana portate avanti tra il 2009 ed il 2013, anno in cui il super manager venne sospeso dall’incarico per l’inchiesta aperta dalla procura di Ancona. Con l’operazione “No fly zone”, il Nucleo di polizia tributaria di Ancona ha apposto i sigilli a beni immobili e risorse finanziarie per un valore di oltre un milione 800 mila euro: tanto quanto secondo gli inquirenti i tre avrebbero sottratto alla società che gestisce l’aeroporto Sanzio di Ancona attraverso l’emissione di fatture per il pagamento di servizi realmente effettuati, ma successivamente gonfiate per rimpinguare i conti correnti di società estere riconducibili allo stesso Morriale. Sotto sequestro, nel mese di luglio, finirono tre appartamenti a Roma: due rispettivamente del valore di 380 e 400 mila euro mentre un terzo, da 370 mila euro, è la residenza romana di Marco Morriale. Sigilli anche a una quarta abitazione a Senigallia di proprietà al 50% dell’ex Dg di Aerdorica del valore di 110 mila euro.

Le fiamme gialle nel corso del blitz estivo hanno sequestrato anche un cabinato di 14 metri ormeggiato al porto di Civitavecchia: un’imbarcazione di lusso da 95 mila euro firmata Ferretti. Tredici invece i rapporti bancari finiti nel mirino dell’inchiesta per circa 220 mila euro. Contemporaneamente, poi, la Procura di Ancona prosegue nell’accertamento della posizione di almeno un paio di imprenditori svizzeri a cui sarebbe stato assegnato un appalto per l’illuminazione esterna dell’aeroporto Sanzio. Durante le verifiche della Guardia di finanza di Ancona infatti sarebbe emerso che l’azienda elvetica a cui vennero affidati i lavori non avrebbe una sede legale. Un’altra società fantasma, dunque, che per gli inquirenti potrebbe essere stata utilizzata per gonfiare le fatture a carico di Aerdorica.