Le Trivelle infiammano le Regioni
E’ il 22 Dicembre scorso quando il Ministero per lo Sviluppo Economico, guidato dalla Ministra Guidi, rilascia il permesso di ricerca in mare di idrocarburi alla società Petroceltic Italia. Il decreto 176 del 22 Dicembre scatena la reazione indignata delle Regioni coinvolte ed arriva con la procedura referendaria ancora aperta. Il rilancio delle trivellazioni, un argomento trattato da noi ampiamente alcune settimane addietro investe aspetti diversi, come mettevamo in evidenza già allora. Esigenze di natura ambientale si coniugano con battaglie per il ruolo amministrativo delle regioni e per la leadership all’interno del Pd. Infatti se da un lato le preoccupazioni di carattere ambientale sono sicuramente fondate, così come sono legittime le aspettative di sviluppo turistico delle zone interessate, dalla Puglia, all’Abruzzo, alla Sicilia, alle Marche, fino a Pantelleria dove comunque le prospezioni e le trivellazioni devono avvenire oltre le 12 miglia dalla costa, si pone un problema di utilizzo delle risorse sottomarine sulle quali, in particolare in Adriatico c’è una forte rivendicazione della prospicente Croazia. Esiste un conflitto pesante tra Stato centrale, che ha fatto tentativi per bloccare il referendum e in quest’ambito si giocano le prove di forza tra governo e governatori, esiste un problema di modello di sviluppo che si pone oggi con il Petrolio sotto i 30 dollari, ma potrebbe avere riflessi diversi con una ripresa del prezzo del greggio, esiste in ultima analisi un problema di attribuzione di poteri che è il vero nodo sul quale si dipana tutta la vicenda. Tutto il resto, dal costo irrisorio delle concessioni, alle ricadute di carattere ambientale sono temi di contorno, anche se lo sviluppo turistico, se portato avanti con una progettualità e una strategia mirata può dare più risorse di quante ne racchiuda il sottosuolo, ma a parte la costa pugliese, Pantelleria e una parte della costa abbruzzese non paiono sussistere elementi che fanno zone a forte vocazione di sviluppo turistico. Potrebbero diventarlo nel prossimo futuro a patto di creare le infrastrutture utili, oltre alla possibilità di acquisire i flussi necessari per sostenere gli investimenti non di poco conto. Le bellezze ambientali e la natura aiutano, ma da sole non bastano.
Ares