Infolampo: Casa e Sanità
Sanità. Le Regioni al Governo: “Dal 2017 le ripercussioni sulla sanità dei nuovi tagli sui nostri bilanci saranno inevitabili”
Nel 2016 l’impatto dei tagli cumulato dalle varie manovre arriva a 14,7 miliardi. L’importo del fondo sanitario si è ridotto dell’1,8% a fronte di una crescita del Pil dell’1,47%. Ed ora vanno applicati i Lea, erogati i farmaci innovativi, applicato il piano vaccini e rinnovati contratto e convenzioni per un totale stimato in almeno 2,1 miliardi. Le Regioni mettono poi le mani avanti sul 2017: “Le ripercussioni sulla sanità dei nuovi tagli sui nostri bilanci saranno inevitabili”.
La Stabilità è ormai legge. Ma la partita sulle risorse per la sanità è tutt’altro che chiusa. All’orizzonte possibili nuovi tagli a partire dal 2017, quando le Regioni saranno chiamate a un nuovo salasso dei loro bilanci complessivi per far fronte al maggiore contributo richiesto per la finanza pubblica.
Nel 2017, infatti, ai tagli già in atto con la precedente stabilità pari a 4,2 miliardi l’anno (di cui 2,35 caricati sulla sanità) si sommeranno altri 3,980 miliardi che diventeranno 5,480 per gli anni 2018 e 2019.
E sono le stesse Regioni a sottolineare (vedi documento con il loro parere sulla legge di Stabilità) che una ricaduta sulla sanità sarà certa. Tutto questo in un contesto che vede il settore sanitario ormai sottoposto da anni a politiche di tagli lineari che, anche se mascherati dallo slogan governativo del “minore aumento”, hanno colpito anche con questa legge di Stabilità.
Sempre le Regioni ricordano che il 36% della spending review renziana si abbatte sul Fondo Sanitario Nazionale, infatti, dicono “il finanziamento previsto per il 2016 pari a 113.092 milioni è stato ridotto a 111.000 milioni”, e per memoria, ricordano, “il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale per il 2016, previsto nel Patto Salute era pari a 115.444 milioni”.
Al 2016, sottolineano ancora le Regioni, “il cumulo delle misure di contenimento della spesa arriva a toccare la cifra di 14.706 milioni (di cui 4,3 miliardi solo nel biennio 2015 – 2016)”.
E così il Fondo sanitario conferma una contrazione in valore assoluto dell’1,8% a fronte di una crescita del PIL nominale dell’1,47% (PIL programmatico) che porta l’incidenza del FSN sul PIL al 6,6%, “il livello più basso dall’inizio del decennio”, dicono le Regioni.
Una situazione quindi già critica ora e che vedrà le Regioni impegnate a garantire i nuovi Lea, il Piano vaccini, l’erogazione dei costosissimi farmaci anti epatite C e altri innovativi in arrivo sul mercato, ed anche affrontare le partite di contratti e convenzioni sanitarie, per un spesa totale stimata dalle regioni in
In Italia la speculazione è di casa»
Barbieri (Sunia) a RadioArticolo1: “Si parla di casa solo per discutere di tasse, ma nel 2015 ci sono stati 100 sfratti al giorno per morosità involontaria e il fondo locazioni è stato azzerato. Bisogna cambiare regime, serve una politica abitativa seria”
La crisi della casa e l’emergenza abitativa in Italia sono un enorme problema. Il bilancio del 2015 è impietoso, con 100 sfratti al giorno, la maggior parte dei quali dovuti a morosità involontaria.
“Il diritto alla casa per ogni cittadino resta un’utopia, e la situazione si va aggravando ulteriormente. All’emergenza cronica si aggiungono infatti altre emergenze dovute alla crisi. Negli ultimi 5 anni gli sfratti emessi sono stati 350.000 in tutto il paese, la maggior parte dei quali per morosità. E’ il segnale di un disagio abitativo che si estende e al quale non si dà una risposta adeguata”. A dirlo è Daniele Barbieri, segretario generale Sunia ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1.
Quelle che mancano, in effetti, sono le risposte della politica. Nell’ultima legge di Stabilità, ad esempio, si è parlato molto di case, “ma gli inquilini non sono mai stati menzionati – ha continuati Barbieri -. Ormai pare che in questo paese il problema della casa si limiti al pagamento o meno della Tasi. Non esiste una raffigurazione seria del disagio abitativo che il paese sta vivendo, e non esiste una diagnosi sugli interventi da fare, e men che meno una strategia da attuare. Il problema principale di questo paese, oggi, è l’assenza di un mercato dell’affitto in grado di rispondere alle esigenze delle fasce sociali più deboli. Bisognerebbe investire sull’edilizia residenziale pubblica e governare al meglio il mercato dell’affitto privato fino a quando non si daranno delle risposte sul terreno dell’edilizia sociale. Ma di tutto questo non si parla mai.”
Per abolire la Tasi, l’Italia spenderà 4 miliardi di euro, ma non si trovano 100 milioni per finanziare il fondo nazionale locazioni. “E’ un errore politico – secondo il segretario del Sunia -, ma forse è anche una scelta. Sicuramente c’è una colpevole sottovalutazione del disagio abitativo che è ben rappresentata dal mancato finanziamento di questo fondo, che serve ad aiutare chi è in difficoltà. In assenza di risposte sul terreno dell’offerta pubblica, è ovvio che uno degli elementi fondamentali sui quali intervenire è il sostengo alle famiglie a basso reddito, un intervento che tra l’altro dovrebbe essere strutturale. Per i primi anni questo fondo è stato finanziato adeguatamente, mentre ora è a zero. Questo mette in difficoltà e famiglie e anche le istituzioni locali che si trovano ora sole ad affrontare l’emergenza abitativa.”
“Il pericolo è che si aggravi ulteriormente il dramma degli sfrattati per morosità – ha concluso Barbieri -. La morosità incolpevole è dovuta alla perdita del lavoro e alle separazioni coniugali, ma ci sono molte famiglie che non riescono a pagare l’affitto perché basta un imprevisto qualsiasi per metterle in crisi. Il problema è che i prezzi degli affitti, soprattutto nelle grandi città, sono alle stelle mentre le capacità reddituali della domanda sono sempre più deboli. Paradossalmente, poi, in Italia ci sono sempre più immobili non utilizzati. Sono il frutto di una speculazione folle, perché si bada all’interesse dei costruttori e non si pensa invece a una domanda sempre più debole. E’ uno scandalo tutto italiano. Bisogna cambiare prospettiva, è evidente.”
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