Cancellare il reato di clandestinità? Armi di distrazione di massa
In un Paese bloccato, dove l’evasione fiscale vale oltre 120 miliardi di euro, le inefficienze della Pubblica Amministrazione qualcosa come 120 miliardi di euro, le sanzioni nei confronti della Russia hanno messo in ginocchio molta parte delle nostre imprese del settore manifatturiero e dell’agroalimentare, il governo non trova di meglio che impegnarsi nella cancellazione della norma sul reato di clandestinità. Immediate le reazioni dell’Ncd, di Alfano in particolare il quale non trova di meglio per giustificare tale diniego con “le preoccupazioni dei cittadini per la cancellazione di tale reato”. Possibile non ci sia niente di più importante di cui occuparsi? Possibile a nessuno interessi il dato costante della disoccupazione, in particolare di quella giovanile, lo stato non certo brillante del settore del credito, l’economia bloccata su livelli di crescita inferiori a quelli di Spagna e Grecia, un debito pubblico mostruoso, una criminalità sempre più arrembante e il governo si industria per cancellare una norma che non è servita a nulla. Lo dicono gli stessi estensori della legge e ancor più la ritengono dannosa gli addetti al nostro settore giustizia. Ad Alfano dovrebbero stare a cuore le preoccupazioni degli italiani per un governo di dilettanti, improvvisatori, che tentano di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica con l’apertura di nuovi fronti politici pur di non affrontare i reali problemi del Paese, nei giorni nei quali gli investigatori mettono fuori gioco gli assenteisti del Museo di Roma con i costi che tutto ciò comporta per la collettività. Forse di questo e di altri gravi problemi e disfunzioni dovrebbero preoccuparsi Alfano e Renzi.