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Arbitrato pasticciato

imagesN0GP9644E’ di ieri la notizia che il premier vorrebbe affidare l’arbitrato sulle operazioni di investimento effettuato dai clienti delle banche inserite all’interno del decreto Salvabanche potrebbe essere affidato all’Anac, autorità anticorruzione guidata dall’ex magistrato Cantone. Le motivazioni? Secondo Matteo Renzi l’Anac risponderebbe a tre requisiti fondamentali, Garanzia, Indipendenza e Terzietà. L’arbitrato “dovrebbe” stabilire se il cliente investitore sia stato o meno consapevole dell’investimento messo in atto o vittima di “truffa”. A questo punto alcuni interrogativi ci sorgono spontanei, insieme alla conferma dell’improvvisazione e delle forti preoccupazioni di questo esecutivo rispetto a quello che è successo e a quello che ancora potrebbe accadere. Primo elemento da mettere in luce è quello relativo alla messa in fuori gioco di Bankitalia e Consob nel ruolo di arbitri, riconoscendo così, non troppo implicitamente, un loro ruolo non coerente nella gestione dei controlli sulle quattro banche. Da questo elemento ne consegue immediatamente un altro ed è la “delegittimazione” di Bankitalia, più che della Consob, ma mentre la Consob è un organismo nazionale per cui i risvolti e le ricadute possono essere anche limitate, per Bankitalia si tratta di un pessimo segnale, in particolare per il ruolo che questa svolge sul piano internazionale. Altro elemento da focalizzare rispetto alle intenzioni del premier è come far coincidere l’arbitrato all’Anac, quindi l’ammissione a “rimborso” seppur parziale, come conseguenza di una operazione truffaldina, in assenza di un giudizio di merito sulla truffa della magistratura, unica e sola autorizzata a certificare un reato penale. Se quindi ci sono stati reati come potranno essere rimborsati i truffati? Che valore avrà l’arbitrato senza un giudizio della magistratura, la quale occorre precisare potrà intervenire sugli amministratori delle banche, in un giudizio promosso dai risparmiatori solo dopo il nulla osta della Banca d’Italia ( il comma è all’interno del Salvabanche). Quindi per Renzi Bankitalia e Consob non sono parti terze, può essere vero, non danno garanzie di imparzialità e indipendenza? A questo punto si possono profilare, dalle parole del premier, convinzioni sulla conoscenza da parte dello stesso di elementi non noti al pubblico, in grado di supportare giudizi tanto netti. Quali? E se ciò fosse vero, sicuramente è  molto probabile allo stato dei fatti, le due istituzioni potrebbero rimanere indenni da provvedimenti sulla dirigenza  e sulle unità ispettive?   

 

Ares