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Se lo 0, significa crescita?

Crisi-economica-italiaIl 2015 potrebbe chiudersi con un aumento del Pil dello 0,7%. Lo scrive l’Istat nell’ultima nota mensile. «La crescita ottenuta dal confronto tra i dati trimestrali corretti per i giorni lavorativi del 2015, che includono la previsione per il quarto trimestre, con quelli del 2014 è pari allo 0,7%», si legge, due decimali di punto in meno di quanto previsto dal governo.

A fine anno la crescita «grezza» del Pil potrebbe essere tuttavia superiore allo 0,7% stimato oggi dall’Istat. Il dato dell’Istituto è infatti «corretto per giorni lavorati» e tiene conto quindi che nel 2015 ci sono state 3 giornate lavorative in più sul 2014. Il dato annuale, atteso il 1 marzo 2016, viene invece misurato «grezzo», senza correzione per i giorni lavorativi. L’Upb nei giorni scorsi ha stimato in uno 0,1% lo scarto fra dato grezzo e corretto. Anche la stima del governo contenuta nella Nota al Def, pari a +0,9%, è «grezza».

La crescita dell’economia italiana proseguirà nel quarto trimestre 2015 a ritmi «moderati», afferma comunque ancora l’Istat il cui modello di previsione di breve termine indica una crescita congiunturale del Pil reale pari a +0,2%, con un intervallo di confidenza compreso tra 0 e +0,4%.

Nel terzo trimestre dell’anno, si legge nella nota mensile che contiene le prospettive a breve termine messe a punto dall’Istituto di statistica, «l’andamento positivo dell’economia italiana è stato guidato dalla crescita del valore aggiunto nel settore manifatturiero e, in misura limitata, nei servizi. Per il quarto trimestre ci si attende il proseguimento, seppure a ritmi moderati, della fase espansiva iniziata nei primi mesi dell’anno». Tuttavia, «il percorso di crescita rimane caratterizzato dall’attuale fase del ciclo internazionale che condiziona negativamente la dinamica delle esportazioni italiane».

«Il modello di previsione di breve termine dell’Istat indica una crescita congiunturale del Pil reale pari a +0,2%, con un intervallo di confidenza compreso tra 0 e +0,4% – precisa la nota -. Al risultato positivo contribuirebbe prevalentemente la crescita dei consumi che, in parte, si rifletterebbe sull’aumento delle importazioni. Permangono invece le difficoltà nella ripartenza del ciclo degli investimenti. In questo scenario la crescita ottenuta dal confronto tra i dati trimestrali corretti per i giorni lavorativi del 2015, che includono la previsione per il quarto trimestre, con quelli del 2014 è pari allo 0,7%».