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Il Governo vara una legge di stabilità da 27 miliardi

000leggedistabilitàMatteo Renzi, dopo quasi 2 ore di Consiglio dei Ministri, presenta la Legge di Stabilità varata dal governo, una manovra da 27 miliardi. “E’ una Legge di Stabilità che contiene molte buone notizie” annuncia il premier che con orgoglio sottolinea il taglio delle tasse. “Si pronuncia legge di fiducia – spiega il presidente del Consiglio in conferenza stampa a Palazzo Chigi – Fino a qualche anno fa il mondo tirava e l’Italia era dietro. Adesso l’Italia è ripartita e il mondo non si sente benissimo. Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi ma il punto che va sottolineato con forza è che l’Italia è tornata alla crescita. Lo slogan di questa legge di stabilità è Italia con segno più”.

Il taglio delle tasse In primis Renzi e il ministro Pier Carlo Padoan parlano del taglio dell’Ires per le imprese. Arriverà dal prossimo anno. “Noi anticiperemo al 2016 misure previste per il 2017: segnatamente l’Ires e i denari per investimenti in edilizia scolastica. Questo se le regole europee permetteranno di utilizzare la clausola per le misure urgenti sull’emergenza immigratoria”, per un valore di “0,2 per cento del Pil, quasi 3,4 miliardi”. “Quando si presentava la finanziaria, i cittadini si chiedevano dov’è che ci fregano quest’anno?. Questa volta le tasse non solo non ci sono, ma vanno giù. Io sono orgoglioso delle riforme che stiamo facendo. Ma se c’è una cifra del nostro governo è il fatto che per la prima volta nella recente vicenda repubblicana le tasse vanno giù in modo sistematico costante e per noi anche sorprendente”. Dal 2016, per la prima volta dopo nove anni, il rapporto debito/Pil in Italia cala: era dal 2007 che non scendeva”. Per Renzi c’è stata un discussione aperta sulle tax expenditure al termine della quale abbiamo scelto con dispiacere di non intervenire”.

Renzi: “Oggi lettera a Bruxelles” Il testo dovrà ora passare all’esame del Parlamento e di Bruxelles dove prima ancora dell’annuncio erano partiti alcuni avvisi. “Tagliamo le tasse – ha spiegato Renzi – non perché lo chiede Juncker o Merkel ma perché ce lo chiedono i nostri figli e i nostri nipoti. Questo è un passaggio di serietà. C’è una parte tra di noi che ritiene che le regole europee debbano essere rispettate e una parte che vorrebbe applicarle con un pochino più di fantasia. La nostra scelta è di rispettare le regole europee avendo fatto un lavoro gigantesco per cambiarle”. L’Europa avrà tempo fino alla fine di novembre per dare l’ok ma se dovesse chiedere modifiche si farà sentire nel giro di un paio di settimane. Già il vicepresidente Valdis Dombrovskis era tornato a farsi sentire in riferimento all’annunciata abolizione della tassazione sulla prima casa: “Sul fisco – aveva detto – la Commissione europea conferma l’invito a spostare la tassazione dal lavoro a consumi, proprietà e capitale, mentre l’azione decisa dal governo italiano non va in questa direzione: dovremo discutere con le autorità italiane per capirne le ragioni”.

Le nuove misure La seconda finanziaria targata Matteo Renzi viene presentata a colpi di tweet. Il premier dispensa pillole di serenità in 146 caratteri per promettere che questa Legge di Stabilità tanta stabilità darà al ceto medio. Dall’intervento straordinario sulle case popolari ai super ammortamenti: chi investe nelle aziende ammortizza al 140% anziché al 100%. E ancora: semplificare le misure per il contante, per le partite Iva, per i lavoratori autonomi. Ogni misura ha un tweet dedicato. L’evasore fiscale è messo in guardia con un “un Paese più giusto – dice il premier – Pagare meno. Pagare tutti: lotta all’evasione con la digitalizzazione”. L’abbonato alla televisione pubblica blandito con un secco “Canone Rai a 100 euro” (diventeranno addirittura 95 tra altri 12 mesi). Il precario dell’insegnamento o l’aspirante ricercatore messo di fronte ai successi: “Un Paese più orgoglioso: 1000 ricercatori, 500 cattedre universitarie speciali, 500 assunzioni nella cultura”. Ma è sulle tasse che si gioca il messaggio più forte. Se il taglio dell’Ires per le imprese arriverà “dal prossimo anno”, e la cosa è detta a voce, a voce si afferma che “la ripartenza deve essere sostenuta, l’unico modo è dare degli choc fiscali. Perciò via l’Imu e le tasse sulla prima casa”.

Entro 2015 un miliardo per Giubileo e Terra dei Fuochi “Entro l’anno ci sarà un decreto o comunque misure che confluiranno nella stabilità da poco meno di un miliardo per Giubileo e Terrà dei fuochi” annuncia il premier sul finale della conferenza a Palazzo Chigi. “Ci sarà un altro provvedimento di sostegno all’economia prima della fine dell’anno”.

Solo la revisione della spesa segna il passo e dei preannunciati 10 miliardi di risparmi con la spending review solo cinque saranno effettivamente recuperati. Questo aspetto apre una crepa tra i consulenti di Palazzo Chigi, dove dopo l’addio di Carlo Cottarelli pare in partenza anche Perotti che aveva ereditato le attività di contrasto alla spesa pubblica improduttiva proprio da Cottarelli. Intanto si segnala anche  l’addio di Guerra consulente speciale del premier. Con un uomo solo al comando e le decisioni prese se non in splendida solitudine, certo senza grandi condivisioni, appare difficile il permanere di una squadra nel palazzo del governo.