Porto San Giorgio Loira sul dragaggio del porto
La questione del dragaggio del porto è talmente importante da richiamare
l’attenzione delle forze politiche che trovano in essa unicamente l’occasione
ghiotta per scaricare sull’Amministrazione comunale responsabilità che questa
non ha affatto. Se per alcuni è l’opportunità per riprendere fiato da un’asfissia
politica che li sta logorando, per altri, come Tarantini di Fratelli d’Italia, è
allettante terreno di propaganda in vista delle prossime elezioni regionali.
Sia gli uni che gli altri tuttavia, mostrano tutta la propria incompetenza su
questioni che, anche per ragioni personali, dovrebbero essere loro ampiamente
note.
Più che la assoluta incapacità propositiva, ciò che più sorprende è la loro
ignoranza in materia.
Innanzitutto il grave stato di insabbiamento del porto, comune e non più grave
di altre realtà nazionali e regionali, è probabilmente il frutto di insufficienti
operazioni di dragaggio eseguite negli ultimi anni.
E’ bene chiarire alla popolazione e a chi per lavoro o svago frequenta la
struttura portuale, che questa Amministrazione si è trovata improvvisamente di
fronte alla indisponibilità del concessionario del porto a finanziare il dragaggio
in forza di una dichiarazione di incompetenza su uno specchio acqueo fino a ieri
dallo stesso mantenuto. Come da concessione infatti, il pubblico ha sempre
partecipato, in condominio, con fondi regionali solamente con un contributo
pari al 10% circa dell’intervento, in ragione della concessione della banchina
pescherecci.
A ciò si aggiunga il repentino e violento mutamento dei fenomeni climatici
(piogge, alluvioni, mareggiate) con il conseguente aumento dei depositi a mare
dei sedimenti fluviali.
Concentrare pertanto l’attenzione sulla entità della somma assegnata, con il
solito ricorso al sarcasmo spicciolo, evidenzia l’ignoranza di una parte
dell’opposizione, che tra l’altro dimostra di essere del tutto ignara dell’entità dei
precedenti contributi erogati dalla Regione.
Mai, dal 2003 ad oggi, l’Ente regionale aveva assegnato per il porto sangiorgese
una cifra cosi consistente, decisamente superiore a quanto al massimo fatto in
passato.
Non possiamo pretendere poi che gli stessi conoscano i criteri oggettivi e da
sempre utilizzati, che la Regione ha adottato per ripartire i due milioni di euro
stanziati in sede di assestamento di bilancio.
Essi corrispondono alla superficie territoriale pubblica del porto (nel nostro
caso inferiore a molti altri), ed alle necessità di escavo come in precedenza
documentalmente prospettate. Solo per fare un esempio, il porto di Fano,
rispetto alla cifra assegnata, necessiterebbe di alcuni milioni.
Se infine le operazioni di dragaggio dell’imboccatura del porto sangiorgese non
fossero di natura straordinaria e il Marina S.p.a. non si dichiarasse incompetente
come oggi di fatto avviene, e pertanto si effettuassero come sempre stato in
passato secondo la ripartizione condominiale prevista dall’atto in concessione,
la quota di 230mila euro oggi in arrivo da Ancona potrebbe essere considerata
come la decima parte di un intervento di ben altra entità.
Per queste ragioni il Comune di Porto San Giorgio può ritenersi soddisfatto del
contributo assegnato, frutto di una battaglia politica condotta in solitario dal
Sindaco senza che nessuna forza politica di opposizione si sia spesa in qualsiasi
forma per sostenere l’azione amministrativa.
Questi personaggi che oggi si agitano a sproposito si sono distinti solo per
“soffiare sul fuoco” della polemica godendo dei possibili insuccessi del Sindaco
e fregandosense altamente del destino del porto e della marineria.
Ci si augura che nell’imminente futuro, quando la Regione Marche sarà
chiamata ad individuare misure definitive e strutturali ai problemi di
insabbiamento dei porti regionali, la classe politica sangiorgese possa trovare
l’unità e la maturità politica che serve per condurre in porto certe battaglie.
18 aprile 2015