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Crisi Prysmian: operai ricevuti in Regione

presidio-prysmian2-675x250ANCONA- Il presidente dell’Assemblea legislativa Vittoriano Solazzi e i capigruppo hanno incontrato alcuni rappresentanti dei lavoratori della Prysmian di Ascoli Piceno, che ha annunciato la chiusura. Solazzi ha assicurato un interessamento da parte dell’Assemblea legislativa, attraverso un atto votato in Aula, e l’impegno a richiedere alla Giunta regionale di interloquire con il ministero dello Sviluppo economico per l’apertura di un tavolo di trattative.

Dallo scorso 27 febbraio, in seguito alla notizia del progetto di chiusura dello stabilimento, i 120 operai sono in sciopero. La Prysmian cavi (ex Pirelli, ex Ceat) ha 8 stabilimenti in tutto territorio nazionale. La scelta di chiudere la sede marchigiana, sostenuta dalla dirigenza dell’azienda, hanno riferito i componenti della Rsu Sandro Mariani e Pietro Manfroni, dipenderebbe dal fatto che “è più semplice smobilitare Ascoli Piceno, rispetto ad altre sedi”. I rappresentanti sindacali hanno inoltre sostenuto che “nonostante quello di Ascoli sia uno degli stabilimenti più produttivi, è stato previsto un ingente finanziamento pubblico per lo stabilimento della Campania”.

La Giunta regionale delle Marche si adoperi “con la massima urgenza” affinché si apra un tavolo di concertazione in sinergia con le parti sociale per impedire la chiusura dello stabilimento Prysmian di Ascoli Piceno “anche vincolando lo stanziamento di 32 milioni di euro al mantenimento del sito produttivo” ascolano. Lo prevede una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, dopo un incontro con un delegazione di lavoratori. La multinazionale Prysmian, che ha stabilimenti ad Ascoli Lodi, Bari, Napoli, Caserta, Salerno e Livorno, “ha annunciato la chiusura di quello di Ascoli il 27 febbraio 2015 durante un incontro presso Confindustria Ascoli – ricorda il documento – e ha motivato la scelta con una contrazione delle commesse italiane” che rende necessario ridurre il numero degli stabilimenti. Ma la Prysmian – si legge ancora – ha “conseguito dal Governo Italiano un finanziamento per l’ampliamento degli stabilimenti in Campania pari a 32 milioni di euro, di cui 13 a fondo perduto e 19 a tasso agevolato”. Per l’Assemblea legislativa delle Marche non si può consentire a una multinazionale “di avere un finanziamento di 32 milioni di euro per uno stabilimento e nello stesso tempo chiuderne un altro, creando 120 disoccupati e nella zona del Piceno, particolarmente accasciata dalla crisi occupazionale”.