Si allarga agli imprenditori l’inchiesta sulle patenti nautiche
PESARO – Sono sette i presunti “capitani” abusivi finiti nel registro degli indagati della Procura di Rimini per aver comprato finte patenti nautiche. Si tratta degli imprenditori pesaresi Cristiano Lisotta, 44 anni, di Cartoceto, Roberto Manna, 51 anni, di Saltara, Luigi Sperandio, 59 anni residente a Petriano, Alessandro Sperandio, 38 anni, di Gallo di Petriano, Paolo Carloni, 54 anni, residente a Urbino, Enrico Carloni, 27 anni, di Pesaro e Davide Berluti, 49 anni, di Fano.
Imprenditori con il pallino del mare e del timone che per poter mettersi alla guida dei loro bolidi galleggianti senza passare per il banco d’esame sono stati disposti a versare, secondo l’ipotesi della Procura riminese, fino a 13mila euro per licenza.
Gli altri inquisiti Il tutto con la collaborazione di militari corrotti delle Capitanerie di Porto di Rimini, Cesenatico e anche Pesaro. E quello di Pesaro è uno dei due arrestati dell’inchiesta, Vincenzo Loiacono, 58 anni, ora in pensione. L’altro è il primo maresciallo della Capitaneria di Rimini, Claudio Stasi, 53 anni, che stando agli inquirenti, avrebbe preteso il 5 per cento per “sistemare” le pratiche dei diportisti. Chiudono la lista dei 12 indagati, Vladimiro Zicari, 41 anni, secondo Capo della Capitaneria di Cesenatico, il riminese Giorgio Migani, titolare di un’agenzia di pratiche nautiche a Bellaria e Andre Ramilli, 30 anni, di Savignano sul Rubicone. Le accuse, a vario titolo, sono di corruzione, concussione, falso e rivelazione di segreti d’ufficio. L’inchiesta riminese, denominata “Piovra”, riguarda episodi successi tra il 2007 e il 2010. Per quanto riguarda i pesaresi, c’è chi ha scelto di prendere la scorciatoia perchè non riusciva a superare l’esame a quiz.
La testimonianza È il caso del fanese Davide Berluti. «Avevo tentato di prendere la patente prima del 2010 alla Capitaneria di Porto di Fano – riferisce ai carabinieri di Rimini – ma senza risultati positivi. Sono venuto a sapere che alla Capitaneria di Pesaro, c’era un tizio che agevolava l’esame per la patente nautica. Mi sono recato in ufficio da lui e siamo usciti per parlare. Gli ho detto che volevo la patente per la barca a vela senza limiti. Lui mi ha detto che mi avrebbe fatto avere tutti in quiz, che io avrei dovuto compilarli e poi mi avrebbe portato la patente, ma dopo il pagamento di 13mila euro». Berluti accetta. E qualche tempo dopo, il “tizio” lo richiama per dirgli che è tutto pronto. Si vedono in un parcheggio e l’aspirante capitano ha finalmente la sua licenza. In cambio di ben 13mila euro. “Tizio”, ovvero Vincenzo Loiacono, che Berluti ha riconosciuto qualche tempo dopo da una fotografia. A casa di Loiacono, gli inquirenti hanno ritrovato tutto il necessaire: moduli in bianco, bollettini e altro.