Le primarie spaccano il Pd
Le primarie farsa spaccano il Pd. Era ora che qualcuno decidesse di far chiarezza su questo strumento di democrazia, divenuto nel nostro Paese un’occasione per i furbi e per i trasformisti di ogni genere. Come capita sempre più spesso importiamo modelli da altri Paesi, ma non ci premuriamo di adattarli al meglio alle nostre condizioni, così una competizione come le primarie, per la scelta di un candidato sindaco o governatore di regione, che dovrebbe essere un affare di partito, se a candidarsi sono esponenti di quella forza politica, mentre potrebbe essere un evento pubblico aperto, se vede correre candidati non iscritti al partito o semplici simpatizzanti. In tutto questo poi, negli ultimi tempi abbiamo dovuto vedere l’insorgere di fenomeni devianti. circoli o comitati elettorali, che vanno oltre la logica di partito, con poteri e ramificazioni che superano e travalicano i confini stessi del partito, erodendo, fino a renderli inefficaci i poteri dei dirigenti eletti. Così all’ultima che è successa Cofferati ha detto basta! Ovvio, per fare un dispetto al Cinese, forse poco in sintonia con i potentati interni ed esterni al Pd, si sono mobilitate le truppe cammellate degli extracomunitari o degli elettori di altre formazioni politiche al fine di sbarrargli la strada. Ma chi gli lo ha fatto fare a Cofferati di gettarsi nella mischia essendo già Parlamentare Europeo? Legittima la volontà di candidarsi, ma siccome proprio un novellino non è, avrebbe dovuto capire dove spirava il vento in epoca renziana. Detto questo è chiaro a tutti che le primarie sono oramai una foglia di fico ed è facile prevedere il vincitore, anche se non sempre si riesce a capire da dove vengono i mezzi e quali sono gli scopi ultimi dei candidati.