Garanzia Giovani anche Poletti paventa il flop
Non sono trascorse neppure ventiquattro ore dal nostro pezzo di ieri sui rischi di inefficacia di Garanzia Giovani che lo stesso ministro Poletti adombra l’ipotesi di un flop clamoroso.
A Garanzia Giovani si sono registrati 337.453 giovani sotto i 29 anni senza lavoro e con il ciclo di studi bloccato, di questi 193.497, il 58% circa sono ancora in attesa di essere contattati per il primo colloquio, mentre i fondi per avviare i contratti scarseggiano. Il ministro ha pure sottolineato come il bonus occupazione è stato fino ad ora utilizzato per circa 500 contratti e dicendosi pronto a varare misure utili ad una migliore efficacia e magari anche un ruolo sostitutivo per quelle regioni inadempienti o prive degli strumenti utili a far decollare il progetto, con il contorno delle problematiche relative al ruolo delle provincie e dei centri per l’impiego.
Garanzia Giovani sempre secondo Poletti potrebbe essere aperta a tutte le tipologie di contratti di apprendistato, compreso quello professionalizzante attualmente escluso, così come potrebbe essere rivisto il limite di durata di 180 giorni. Il nodo come abbiamo sottolineato ieri i finanziamenti, messi a disposizione dalla UE (1,1 miliardi), forse insufficienti, così come appaiono insufficienti quelli stanziati dal Governo (378 milioni) e dalle Regioni in quanto dedicati a molteplici tipologie e in flussi spesso poco consistenti, l’impegno attuale è giunto a soli 561 milioni di euro. L’ambizione del ministro sarebbe quella di attivare attraverso Garanzia Giovani almeno 560.000 contratti per altrettanti giovani registrati, ma i nodi come andiamo ripetendo da un po’ sono nel ruolo dei centri dell’impiego lenti e scarsamente organizzati, nel ruolo delle provincie in corso di smobilitazione e nella difficoltà, forse a causa della grave congiuntura economica a coinvolgere un numero sempre maggiore di aziende, che sono il motore indispensabile per far decollare il progetto ed evitare un flop sempre più prossimo. Non mancano problemi normativi, la burocrazia anche in questo cas fa la sua parte. Per i giovani in fascia medio o bassa in caso di assunzione a tempo determinato non scattano i bonus riconosciuti invece a quelli inquadrati in fascia alta o molto alta, inoltre pare manchi un regolamento ministeriale attuativo del Fondo politiche attive, atteso già da un anno. Infine occorre capire come si incardina Garanzia Giovani con il nuovo Jobs Act. Ecco il quadro assai desolante e a tratti deprimente, se non fosse che coinvolge giovani generazioni disilluse e prive di prospettive in un contesto di grave e perdurante recessione, dove anche le flebili speranze accese da Garanzia Giovani, come spesso accade in questo disastrato paese vengono meno per faciloneria, pessima burocrazia, mala politica, improvvisazione e cronica mancanza di risorse.
ARES