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Sensibili ribassi per i prezzi dei carburanti

00ribassicarburantiIl crollo del prezzo del petrolio fa bene agli automobilisti e male a chi ha investito in titoli energetici. Benzina e gasolio scendono, almeno per quanto riguarda il prezzo industriale, al livello del 2011; ma Eni e Saipem in Italia, con gli altri colossi petroliferi in giro per il mondo, lasciano sul terreno una bella fetta di capitalizzazione. Il pieno, però, costa meno, nonostante le tasse e le accise che in Italia, come è noto, pesano più che in altri paesi europei.

Il terremoto sui prezzi è stato scatenato dalla decisione presa la scorsa settimana dal cartello dei paesi produttori dell’Opec di non tagliare le quote di produzione, misura fortemente invocata da Paesi dai conti in bilico come il Venezuela, con l’obiettivo di far tornare il prezzo del greggio alla più confortante soglia dei 100 dollari.

Le quotazioni sui mercati finanziari così sono precipitate ai minimi da 5 anni. Sul circuito elettronico i future sul Light crude arretrano di 2,09 dollari a 64,06 dollari al barile, dopo un minimo dal luglio 2009 di 63,72 dollari e quelli sul Brent cedono 2,20 dollari a 67,96 dollari, dopo un minimo da ottobre 2009 di 67,82 dollari.

Si tratta di un andamento che il ministro iracheno del petrolio, Adel Abdul Mahdi, ha definito “terribile”, e lo è in particolare proprio per quei Paesi che non hanno le spalle larghe come Arabia Saudita e Kuwait, principali sponsor dello status quo. La decisione non avvantaggia neanche la Russia, malgrado le dichiarazioni distensive di Vladimir Putin, che l’ha definita “conveniente”: prova ne sono l’andamento della Borsa di Mosca, con l’indice in dollari Rts che crolla del 3,2% ai minimi dal 2009, e l’indebolimento del rublo, sceso a un nuovo record negativo nei confronti del dollaro. Ma il contraccolpo è forte per tutti i titoli petroliferi.

In un panorama del genere, a sorridere – un pochino – sono gli automobilisti: dopo le polemiche delle scorse settimane, con le denunce dei consumatori per la mancata flessione dei prezzi dei carburanti. L’Unione petrolifera sottolinea che i prezzi industriali sono tornati ai livelli del 2011, anche se i consumatori non ne hanno probabilmente un’esatta percezione, dal momento che il fisco in Italia, tra Iva e accise, è una vera e propria zavorra. Di buono c’è anche che, stando alle previsioni di Figisc e Anisa, le associazioni di categoria della Confcommercio, c’è ancora spazio per un ulteriore calo di almeno 2 centesimi.

Dopo il taglio dei prezzi raccomandati Eni di venerdì scorso, l’effetto Opec si è fatto vedere nel corso del fine settimana con tutta la sua forza, nonostante la correzione al rialzo delle quotazioni internazionali del diesel.

A intervenire sui listini di benzina e gasolio sono state infatti: Q8 (-2,5 cent/litro), TotalErg ed Esso (-1,5 cent), IP e Tamoil (-1 cent) e Shell (-2 cent). Tagli, questi, che si sono già iniziati a far sentire sui prezzi praticati sul territorio, che risultano in discesa su tutti gli impianti.

Le medie nazionali «servite» della benzina e del diesel raggiungono adesso, rispettivamente, 1,705 e 1,637 euro/litro (Gpl a 0,667). Le «punte» massime in alcune aree sono per la verde fino a 1,773 euro/litro, il diesel a 1,691 e il Gpl a 0,711. La situazione a livello Paese (sempre in modalità «servito»), secondo quanto risulta in un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale per il Servizio Check-Up Prezzi QE, vede il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall’1,679 euro/litro di Eni all’1,705 di Q8 e Tamoil (no-logo a 1,541). Per il diesel si passa dall’1,604 euro/litro di Eni all’1,637 di Tamoil (no-logo a 1,453). Il Gpl, infine, e’ tra 0,667 euro/litro di Shell e 0,685 di IP (no-logo a 0,656). Il pieno costa meno nei distributori self -service.