Pil ancora giù, tendenza a -0,5%, investimenti a rischio
Nel terzo trimestre, il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1% sul trimestre e dello 0,5% su anno (-0,4% la stima preliminare). Sono i dati Istat. La variazione acquisita per il 2014 scende a -0,4% (-0,3% nella stima preliminare). Il Pil resta sempre al livello dei primi anni 2000.
Il terzo trimestre del 2014 ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre del 2013. Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali hanno registrato una variazione nulla, mentre gli investimenti fissi lordi sono scesi dell’1%. Le importazioni sono diminuite dello 0,3% e le esportazioni sono aumentate dello 0,2%. Su base tendenziale: import -0,7%, consumi finali +0,4% (spesa famiglie +0,4%), investimenti -3,1%, export +1,3%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,1 punti i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private (Isp), -0,1 la spesa della Pa e -0,2 gli investimenti fissi lordi. Anche la variazione delle scorte ha contribuito negativamente (0,1 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,1 punti. Si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto dell’agricoltura (-0,1%), dell’industria in senso stretto (-0,6%) e delle costruzioni (-1,1%), mentre il valore aggiunto dei servizi è rimasto stazionario. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i principali comparti: -3,5% nel settore delle costruzioni, -1,1% nell’industria in senso stretto, -1,3% nell’agricoltura e -0,1% nei servizi.