il 15 la protesta dei Patronati
LA PROTESTA DEI PATRONATI, GIORNATA NAZIONALE IL 15 NOVEMBRE,
SETTE LE PIAZZE INTERESSATE NELLE MARCHE: PRESIDI E RACCOLTA
FIRME AD ANCONA, CIVITANOVA, ASCOLI PICENO, FERMO, PESARO,
URBINO E FANO.
Contro i tagli delle risorse contenuti nella legge di Stabilità,
protestano i patronati, impegnati nel garantire assistenza
previdenziale e socio-assistenziale.
Avviata dal Coordinamento Cepa, che raggruppa i principali
patronati Acli, Inas, Inca e Ital, la protesta sfocerà sabato 15
novembre in una giornata nazionale di mobilitazione con Presidi
e petizioni per la raccolta di firme, in tutte le province
d’Italia.
LA PROTESTA –
Nelle Marche, sabato 15, sette sono le piazze interessate da
presidi e raccolta di firme. Sono Ancona, in piazza Cavour dalle
9 alle 12, Civitanova, dalle 9 alle 12 a C.so Umberto I, Ascoli
Piceno, dalle 9 alle 12 in via Cino del Duca, Fermo, in piazza
del Popolo dalle 9 alle 12, a Pesaro in piazza del Popolo dalle
9 alle 12, a Urbino, in Piazza della Repubblica dalle 9 alle 12
e Fano, in c.so Matteotti dalle 9 alle 12. In tutte le piazze
verranno effettuati volantinaggi per informare i cittadini
sui contenuti della protesta e proseguirà la raccolta delle
firme a sostegno della richiesta del ripristino dei fondi per i
patronati.
Inoltre, nella provincia di Pesaro e Urbino sono previsti anche
volantinaggi nei mercati dei principali centri.
Venerdì scorso, i rappresentanti dei patronati nelle Marche
si sono incontrati con il Prefetto di Ancona al quale hanno
esposto le ragioni della protesta e chiesto il sostegno presso
il Governo.
I patronati sostengono che la sottrazione di risorse al fondo,
se approvata così com’è, si tradurrebbe in un’altra tassa
occulta ai danni dei cittadini e delle fasce più deboli della
popolazione, che si vedranno costrette a rivolgersi al mercato
selvaggio di consulenti che molto spesso operano senza alcun
controllo e regole, pagando per ricevere servizi fino ad ora
erogati gratuitamente.
I DATI –
Solo nelle Marche, l’attività dei patronati è notevole. Nel
2013, sono state oltre 350mila le pratiche evase su richiesta
di marchigiani. Tra le tante, 18.087 le domande di pensione
tra cui 7.584 domande all’Inps di pensione di vecchiaia e
anzianità, 3026 domande di pensione di inabilità e invalidità,
7.437 domande di pensione superstiti. Sono state inoltre 38.912
le domande di disoccupazione ordinaria Aspi, 14.477 quelle di
disoccupazione requisiti ridotti mini Aspi, 6.250 le domande di
indennità di mobilità. Inoltre, sono state 30mila le domande
presentate al Ministero dell’Interno per rinnovo titoli di
soggiorno e ricongiungimenti familiari.
L’elenco prosegue con 7500 domande all’Inail per malattie
professionali e 38mila per infortuni sul lavoro.
Occorre sottolineare che su 100 tipologie di pratiche previste
nel paniere del Ministero del Lavoro per l’attività obbligatoria
dei patronati, solo 34 sono remunerate con il contributo del
Fondo patronati. Sul totale di 350mila pratiche, solo 100mila
sono coperte dal finanziamento del fondo patronati, tutto il
resto è gratuito.
Nel complesso, il Cepa delle Marche occupa 200 operatori ed
è supportato dalla collaborazione di oltre 150 collaboratori
volontari.
Se la legge di stabilità dovesse mantenere i tagli previsti, il
sistema patronati si vedrebbe costretto a ridurre drasticamente
il numero dei propri dipendenti, con un taglio di oltre 6.000
posti di lavoro.
Va infine sottolineato che il fondo patronati è finanziato
dai contributi previdenziali di tutti i lavoratori e non
dalla fiscalità generale. Così mentre i lavoratori e le
lavoratrici dipendenti continueranno a pagare integralmente
i contributi previdenziali all’Inps, lo Stato incamererà la
quota oggi destinata alla tutela gratuita per destinarla ad
altri scopi non precisati, con il rischio di un fondato vizio di
costituzionalità dei tagli previsti.