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Appello del mondo accademico a sostegno della Manifestazione Cgil del 25 ottobre 2014

003cgilEcco il testo dell’appello e i promotori: le adesioni vanno comunicate al seguente indirizzo,

appello25ottobre@gmail.com oppure telefonando a 071/2857650

La disoccupazione ha raggiunto dimensioni che riportano il Paese a quadri molto bui del

passato; quasi un giovane su due, fra quelli che cercano lavoro, non lo trova; le molte

forme del lavoro a tempo determinato costituiscono l’orizzonte obbligato per chi cerca

un’occupazione.

Il dualismo territoriale, che da sempre ha caratterizzato la storia nazionale, ha raggiunto

livelli impensabili negli altri paesi dell’Unione Europea: le distanze civili, economiche e

sociali appaiono in continua crescita.

Una buona parte del nostro apparato produttivo ha chiuso i battenti e le delocalizzazioni

all’estero continuano ad essere all’ordine del giorno.

La crisi scoppiata nel 2007 e le conseguenti politiche dell’austerità hanno aggravato la

situazione dei paesi Sud Europei: l’Italia sta ancora soffrendo le conseguenze di tutto ciò e

non riesce ad uscire dalla recessione in cui è piombata.

Abbiamo bisogno di tornare a crescere su nuovi sentieri di sviluppo e di creare lavoro per i

giovani , le donne , tutti coloro che sono stati espulsi dal lavoro.

L’occupazione si crea con gli investimenti, con la crescita dimensionale delle imprese,

con le innovazioni, con una nuova sinergia fra centri di ricerca e luoghi produttivi, con una

rinnovata attenzione alle problematiche formative: senza domanda e senza un ‘capitale

umano’ adeguato, non si fa sviluppo e non cresce la produttività del sistema.

Tutto ciò richiede una attenzione anche alla qualità dei rapporti di lavoro, in un giusto

equilibrio fra i diritti e le tutele dei lavoratori da una parte ed un’attività imprenditoriale non

ingabbiata in mille procedure burocratiche.

Per queste ragioni è inutile, oltreché ingiusto, indebolire ulteriormente le garanzie contro

i licenziamenti immotivati mettendo in discussione la possibilità del reintegro, per altro

prevista, sia pure in forme diverse, dalle normative dei più importanti Paesi europei. Tutto

ciò assume maggiore valore dentro un quadro di riforme che appare assai fumoso sulle

risorse da investire per una tutela universale di chi si trova senza lavoro.

Allargare quindi l’area delle tutele e dei diritti a chi oggi è fuori (lavoratori precari,

occupati nelle piccole imprese, lavoratori costretti alle partite iva, lavoratori dell’economia

sommersa) e contemporaneamente promuovere e facilitare l’attività imprenditoriale

devono procedere di pari passo, se abbiamo come obbiettivo un paese meno diseguale,

con una buona coesione sociale ed in grado di competere nell’economia globale per la

sua capacità di innovare e di stare su una frontiera alta di qualità produttiva.

Contemporaneamente occorre mettere al centro dell’agenda politica un serio contrasto

dell’evasione fiscale per far scendere la pressione fiscale, giunta a livelli ormai

insopportabili, e poter così ridurre, ad un tempo, le tasse sul lavoro e i gravami fiscali che

pesano sull’attività d’impresa.

QUINDI: PIU’ DIRITTI, PIU’ TUTELE, PIU’ INVESTIMENTI, PIU’ LAVORO.

I Promotori dell’appello:

UGO ASCOLI, DOCENTE UNIVERSITÀ ANCONA

FRANCESCA ALFONSI, GIORNALISTA RAI

LUCA BACCELLI, DOCENTE UNIVERSITÀ CAMERINO

MAURIZIO BEVILACQUA, DOCENTE UNIVERSITÀ ANCONA

MARIO DONDERO, FOTOREPORTER

ANGELO FERRACUTI, SCRITTORE

DIEGO FRANZONI, PRESIDENTE CIRCOLO R. LOMBARDI ANCONA

VITO INSERRA, PRESIDENTE LIBERA-MENTE

CARLO LATINI, DIRETTORE ISTITUTO GRAMSCI MARCHE

CLAUDIO MADERLONI, PRESIDENTE ANPI MARCHE

ELISA MARCHETTI, COORDINATRICE GULLIVER – UDU ANCONA

MASSIMO PAPINI, DIRETTORE ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DELLE

MARCHE

EMANUELE PAVOLINI, DOCENTE UNIVERSITÀ MACERATA

STEFANO PERRI, DOCENTE UNIVERSITÀ MACERATA

STEFANO PIVATO, RETTORE UNIVERSITÀ URBINO

ORNELLA PUCCI, PRESIDENTE ARCI MARCHE

GIUSEPPE TRAVAGLINI, DOCENTE UNIVERSITÀ DI URBINO