Il Real Citanò tende una mano all’Aia. “Gli arbitri non saranno mai il nostro alibi”
Il Real Citanò ha partecipato con piacere, lunedì scorso, all’incontro che la Figc Macerata e l’Aia provinciale hanno organizzato con tutte le società di terza categoria del maceratese all’Hotel Grassetti di Corridonia. Una convention fortemente voluta dal presidente federale Guido Andrenelli e dal collega responsabile degli arbitri Andrea Fugante, che il Real Citanò ha accolto con estremo interesse, partecipando con una delegazione di ben quattro dirigenti responsabili. “Siamo apertissimi a questo tipo di iniziative perché siamo convinti che alla base di questo sport ci sia sempre il dialogo e il civile confronto – esordisce il Direttore Sportivo Emanuele Trementozzi – La nostra società ha iniziato un percorso, per certi versi innovativo, che ci ha visto protagonisti di iniziative solidali e sociali e dall’alto valore etico-sportivo, come dimostra l’introduzione del Terzo Tempo al termine di ogni gara casalinga. E, proseguendo su questa strada ben tracciata, anche nei confronti della classe arbitrale vorremo essere esemplari e di buon esempio. E’ per questo motivo che la società, sposando appieno le esortazione della Figc Macerata e dell’Associazione Italiana Arbitri Macerata, esprime il più sentito in bocca al lupo per la stagione appena iniziata e rassicura in toto sul proprio stile nel fare calcio. Siamo pienamente convinti che l’arbitro, soprattutto in queste categorie, senza aiuto da parte degli assistenti, abbia il diritto di sbagliare nella totale buona fede che mai metteremo in dubbio. Il nostro augurio è quello di instaurare un rapporto collaborativo e di reciproco rispetto, rendendo il suo compito all’interno del terreno di gioco, quanto più facile e sereno possibile. Rinnoviamo, anzi, l’invito ai direttori di gara a prender parte al termine dei novanta minuti al Terzo Tempo che abbiamo pensato per i nostri avversari e per gli stessi arbitri, vivendo un momento di conviviale serenità dopo la battaglia dei novanta minuti. Qualora nel corso della stagione dovessero nascere delle incomprensioni, non sarà nel nostro stile strillare ai quattro venti o alzare la voce, protestando per un rigore non concesso o un’espulsione mancata. Se si renderà necessario, ma crediamo e speriamo che non serva, discuteremo serenamente con il responsabile riportando i nostri pareri. I nostri calciatori devono sapere sin da subito che l’arbitro non sarà mai il nostro alibi, perché siamo convinti che l’alibi sia solo una giustificazione dei deboli. E noi vogliamo essere forti, in campo ma soprattutto nell’educazione e nel rispetto dell’etica sportiva. Questo è il nostro fare di calcio, questo è lo spirito che vogliamo promuovere in terza categoria”.