Garanzia Giovani e il lavoro che non c’è!
Forse con le delibere, i seminari o le sessioni informative il lavoro non si trova e non si troverà mai. Garanzia Giovani è diventata o rischi di diventare a breve un’altra illusione per una generazione sicuramente sfortunata, ma le cui condizioni sono aggravate dall’incapacità e dalle difficoltà di affrontare il problema disoccupazione dal verso giusto. Il verso giusto è creare le condizioni per il lavoro, mentre in questi anni si sono create le condizioni affinché il lavoro scomparisse, con le botteghe artigiane chiuse, con le fabbriche chiuse o trasferite all’estero e condizioni fiscali, amministrative e burocratiche inaccettabili. Garanzia Giovani può funzionare e diventare un contributo, seppur minimo a rilanciare l’occupazione abbassando le tragiche percentuali di disoccupazione giovanile, 42%, a patto che le istituzioni affrontino il nodo lavoro azzerando le barriere burocratiche per l’apertura di nuove attività, calmierando i prelievi fiscali almeno per i primi cinque anni, sciogliendo il nodo del credito che non c’è per chi lavora sodo e non ha garanzie che la propria professionalità e la propria volontà di intraprendere ed infine mettendo a disposizione delle imprese, tutte, non solo ai soliti noti, i servizi. Le resistenze di queste settimane alla cancellazione o accorpamento delle camere di Commercio non sono un segnale incoraggiante. Un Parlamento bloccato sulle nomine alla Consulta e al CSM mentre il Paese impoverisce sempre di più e chiudono una dopo l’altra centinaia di imprese non può pensare che basti Garanzia Giovani. I Giovani aspettano segnali, seri, concreti, affidabili, in particolare dalle forze politiche, intente purtroppo a gestire solo e soltanto i loro destini, mentre le soglie di povertà aumentano, così la rabbia, la paura, la disoccupazione, la disaffezione ed invece di diventare una volta tanto un Paese normale, rischiamo di nuovo divisioni e conflitti sociali sempre più acuti.
ARES