Due bar “Tazza d’Oro”\ ad Ancona, come finirà?
ANCONA – C’è una tazza di troppo nel centro di Ancona. La questione di omonimia tra il bar “La tazza d’oro” di Corso Mazzini e quello di Corso Garibaldi si scalda sempre di più. Ora entrano in gioco diffide e avvocati. Giuseppe Caldarola assiste la famiglia Zoppi, che da inizio anno ha lasciato la gestione del locale di Corso Garibaldi portando lo storico marchio nei nuovi spazi di Corso Mazzini. Dall’altra parte del bancone c’è l’avvocato Alessandro Serra, in rappresentanza di Elena Re. L’ex gestrice dell’area di servizio Q8 dell’asse ha rilevato i locali di corso Mazzini aprendo un nuovo bar. Gestione diversa, ma stesso nome.
L’insegna de “La Tazza d’oro” campeggia su entrambi gli esercizi distanti poche centinaia di metri per una questione burocratica. Nessun contenzioso aperto, ma già arrivano le diffide. La settimana scorsa la Re ha ricevuto un documento con il quale gli Zoppi intimavano la rimozione dell’insegna.
Notizia confermata dallo stesso avvocato Serra: «Ho risposto per iscritto che in quel locale non si può toccare nulla, tantomeno l’insegna, per via del vincolo posto dalla Soprintendenza sugli arredi del locale- ha spiegato il legale -ho proposto all’avvocato di controparte di andare insieme alla Soprintendenza e parlare della questione. Non ho ancora avuto risposta. Se un giudice o la stessa Soprintendenza autorizzasse la rimozione dell’insegna i miei clienti sarebbero ben felici di farlo». Flavio Zoppi ribadisce: «Tuteleremo il nostro marchio, storico e registrato»