Potrebbe valere 300 euro al mese la deduzione Irpef di chi compra casa per affittarla
Un “aiuto” fiscale che può arrivare fino a quasi 300 euro al mese: è questa la dimensione della deduzione Irpef finalizzata ad incentivare le locazioni che dovrebbe trovare posto nel decreto sblocca-Italia. Il condizionale è più che giustificato in attesa della versione definitiva del testo: questa misura infatti non era menzionata nel comunicato finale di Palazzo Chigi e a quanto pare è stata approvata “salvo intese” ossia con la possibilità di correggerla anche sostanzialmente in corso d’opera. Così percentuali e tetti potrebbero essere rivisti verso il basso, per limitare la potenziale perdita di gettito e non è neanche escluso che alla fine si decida di rinviare tutto alla legge di Stabilità.
Se invece sarà mantenuto l’impianto contenuto nelle bozze preliminari, allora la nuova agevolazione potrà avere qualche possibilità di rianimare un settore duramente penalizzato dalla recessione, l’edilizia, ed anche di smuovere il mercato degli affitti nelle grandi città.
L’idea di fondo è semplice: incentivare i privati ad acquistare abitazioni nuove da affittare per un periodo di almeno otto anni. E non a caso sarà divisa in otto quote annuali anche il beneficio fiscale, consistente in una deduzione dall’Irpef in misura del 20 per cento del prezzo di acquisto, con un tetto di spesa massimo fissato a 300 mila euro. Il canone di locazione non dovrà superare quello concordato tra le associazioni di proprietari e di inquilini, secondo lo schema previsto dalla legge del 1998 ed utilizzato in particolare nelle grandi città.
IL CALCOLO DI CONVENIENZA
Proprio questo vincolo è rilevante per il calcolo di convenienza: in un certo senso lo Stato si impegna a compensare per via fiscale, almeno in parte, la differenza tra il canone concordato e quello più elevato che deriva dal mercato. Nell’ipotesi in cui venga acquistata un’unità immobiliare residenziale di prezzo pari proprio al tetto massimo di 300 mila euro, la somma ammessa in deduzione sarà pari a 60 mila euro, da dividere in otto quote annuali di 7.500. E in questa misura (si tratta appunto di deduzione, non di detrazione) potrà essere ridotto il reddito imponibile al momento di fare la dichiarazione. Il che vuol dire che con un’aliquota marginale intorno al 45 per cento tra Irpef e addizionali il risparmio sarà di circa 3.400 euro. È come se ogni mese si aggiungessero all’affitto netto poco meno di 300: ipotizzando un canone di 900 euro (che diventano 810 dopo il pagamento della cedolare secca al 10 per cento) la maggiorazione è di circa il 35 per cento. Il beneficio risulterà più contenuto per i contribuenti con reddito più basso, che hanno anche un’aliquota marginale minore.
Il testo provvisorio prevede anche altri vincoli: la casa dovrà essere acquistata nuova (o ristrutturata) dal costruttore, non potrà essere accatastata tra quelle di lusso e dovrà avere prestazioni energetiche di classe A o B. Inoltre tra locatore e locatario non devono sussistere rapporti di parentela entro il primo grado. Oltre che dalle persone fisiche, l’agevolazione potrà essere sfruttata anche da cooperative edilizie e soggetti privati del terzo settore e spetta non solo per l’acquisto ma anche per la prestazione di servizi dipendenti da contratti d’appalto, relativi alla costruzione di un’unità immobiliare a destinazione residenziale su aree edificabili. Restano da precisare però alcuni aspetti non di poco conto: ad esempio le modalità con cui andrà preso l’impegno di destinare l’immobile alla locazione, oppure la procedura da seguire nel caso in cui questo tipo di impiego venga meno: indicazioni che dovrebbero arrivare con un successivo decreto ministeriale.