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TheMicam 2014 ai nastri di partenza

0vaccarino La prossima domenica 31 agosto aprirà i battenti “the Micam 2014”, manifestazione leader del settore

calzature che si tiene negli spazi espositivi di Milano Rho.

1.557 gli espositori, dei quali 617 internazionali, su oltre 67.500 mq di superficie espositiva netta: saranno

più di 40 le imprese iscritte alla CNA Marche presenti in fiera, oltre ai Consorzi di nostro riferimento. Una

bella pattuglia, costituita dai produttori di vero Made in Italy, ideato e realizzato nel nostro distretto

marchigiano.

Con un’anticipazione rispetto alle edizioni precedenti theMICAM torna dal 31 agosto al 3 settembre.

L’organizzazione riferisce che la decisione è stata presa per “permettere ai buyer di pianificare meglio e con

anticipo gli acquisti, dare agli espositori l’opportunità di organizzare con più tempo la produzione, oltre che

per allinearsi con le tempistiche del calendario internazionale”.

E’ per questo che sin dal mese di luglio si è notato un gran movimento tra gli imprenditori, per lo sviluppo

delle prime ipotesi di lavoro, la scelta dei modelli, i materiali.

“La tensione è alta – dichiara il coordinatore regionale CNA Federmoda Luigi Silenzi – ma i nostri

artigiani sono comunque pronti per l’appuntamento fieristico con modelli esclusivi, frutto della passione e

delle professionalità, che rappresentano la carta vincente del valore del Made in Italy. Purtroppo, non si

risconta pari impegno della politica, visto che da troppi anni resta irrisolto il problema della tutela del

Made In Italy”.

Il coordinatore Federmoda si riferisce al fatto che il mercato europeo è l’unico tra i maggiori mercati

mondiali a consentire l’importazione delle merci senza la certificazione d’origine. Questo innesca

inevitabilmente processi di falsificazione delle merci, a tutto danno dei consumatori e dei produttori onesti.

Interviene il Presidente Provinciale CNA Macerata Giorgio Ligliani: “Se il Governo italiano intende

realmente mettere in atto una politica fattiva sul lavoro, ha il compito, considerato anche il semestre di

presidenza italiana in Europa, di chiarire definitivamente una questione fondamentale come il made in Italy.

Il continuo rimandare la decisione stimola noi artigiani a pensare: questa Europa non ci interessa, non è

questa l’Europa che vogliamo come cittadini e come imprenditori”.

“Se analizziamo la regolamentazione imposta dalla Comunità Europea sulla certificazione d’origine –

prosegue Luigi Silenzi – scopriremo che i prodotti possono essere marchiati Made In anche quando gli

stessi vengono realizzati per metà in Paesi diversi da quello d’origine. Tuttavia, nel nostro Paese abbiamo

una legge che autorizza la marchiatura 100% Made in Italy.

Ecco allora che i consumatori sul mercato trovano due distinti Made in Italy: quello regolato dal codice

doganale europeo e quello dalla legge italiana. In entrambi si tratta di autocertificazione e nessuno

controlla. Per il consumatore la confusione è totale, eppure il Made In Italy è tra i primi brand più blasonati

al mondo”. Inoltre, impossibile non valutare l’incognita derivata dall’intensificarsi della criticità tra la Russia

e l’Ucraina e dei conseguenti provvedimenti restrittivi proposti dagli Stati Uniti.

Conclude il Presidente Ligliani: “Ogni Paese deve poter dare all’Europa le sue migliori peculiarità.

L’Italia deve poter assicurare i consumatori di tutto il mondo che solamente le produzioni interamente

realizzate qui abbiano la dicitura “made in Italy”. Il controllo della filiera produttiva e l’origine dei prodotti

sono le fondamenta dell’Europa che vogliamo”.