Tutta colpa del maltempo?
Sarà pur vero il dato relativo alla numerosità delle perturbazioni di questa stagione, rispetto al dato analogo degli scorsi anni, ma attribuire al solo maltempo la responsabilità di una stagione sottotono è assolutamente riduttivo e poco serio. Certo il meteo non aiutato, le condizioni dell’economia “reale” non hanno forse contribuito a far rimanere a casa la maggior parte degli italiani e infine l’assenza di pianificazione a lungo termine, programmazione e promozione negli anni dello sviluppo economico con attività mirate su alcune aree geografiche non hanno inciso negativamente sui flussi? Aggiungiamo un dato non certo trascurabile, cosa ha fatto in questi anni l’ENIT, ente inutile per antonomasia? Quanto ha speso in promozione e quanto in gestione ordinaria? Quanto hanno speso in velleitari progetti di promozione turistica Comuni, Provincie e Regioni? Quanti flussi hanno mobilitato verso il nostro Paese? Poco o nulla purtroppo, nella maggior parte dei casi si è trattato di viaggi di puro “piacere” di Sindaci, assessori, consiglieri provinciali e regionali con il dovuto seguito, per manifestazioni enogastronomiche il cui rapporto costi benefici non è quantificabile in termini reali. In sintesi il nostro Paese eccelle per l’assenza di un progetto, integrato e misurabile, in grado di mobilitare verso l’Italia un flusso costante su otto, dodici mesi all’anno. Da sempre si afferma a ragione che nessun Paese, come il nostro, dispone di tali e tante risorse a livello artistico, archeologico, paesaggistico, enogastronomico etc, ma non ha la capacità e la volontà di metterle in rete e farle diventare una attrattiva autentica in grado di superare i colli di bottiglia del turismo estivo ed invernale. Oggi i flussi colpiscono le più importanti città d’arte, quaranta giorni in estate le località balneari, circa sessanta giorni in inverno le località sciistiche e in misura non quantificabile vengono frequentate in maniera non sistemica le straordinarie risorse enogastronomiche delle nostre Regioni. Non aiuta una rete ferroviaria efficiente solo su alcune tratte, una “compagnia di bandiera perennemente in crisi, una rete ricettiva non sempre d’eccellenza e con costi superiori alla concorrenza europea di Spagna, Croazia e Grecia solo per fare alcuni esempi. Oggi si grida al disastro dopo anni di lasciar fare in un settore che potrebbe essere trainante per l’economia dell’Italia, ma il disastro è ampiamente annunciato dall’assenza di un piano complessivo in grado di far fare sistema a tutti gli attori della filiera, pubblici e privati. La responsabilità della politica, a tutti i livelli, è certa, per aver molto detto e come al solito fatto nulla per dare concretezza alla forza attrattiva del nostro Paese. Nessuna iniziativa complessiva ed univoca, portali creati ad hoc e finiti per essere solo un costo senza aver spostato un solo turista dal proprio Paese verso l’Italia, nessuna promozione mirata e sistemica nei confronti delle miriadi di siti architettonici, dei tesori artistici, paesaggistici, dei giacimenti culturali in genere o delle prelibatezze della nostra offerta culinaria. Nessuna offerta integrata mare-monti e nessuna iniziativa volta a razionalizzare e rendere competitiva l’offerta ricettiva, lasciata alla libera determinazione di associazioni e privati, dove la pur sana concorrenza non ha sortito effetti moltiplicatori e maggiore gradimento da parte dei turisti. Neppure i portali, di cui abbiamo già accennato, in un’era dominata dall’informatica sono riusciti a raggiungere lo scopo, per la semplice ragione che non erano portali con un’offerta complessiva, attrattivi, onnicomprensivi di offerta ricettiva competitiva, enogastronomia, arte, cultura, artigianato, moda fashion, archeologia, in una parola l’Italia intera e il made in Italy senza tempo. Purtroppo nulla di ciò è stato fatto e non serve a nulla lacerarsi le vesti, tra otto mesi ci ritroveremo nelle stesse identiche condizioni, un esempio valga per tutti, l’EXPO della prossima primavera per la pessima organizzazione, i ritardi e le risse che ne hanno procastinato la realizzazione completa nei tempi stabiliti porterà benefici limitati a Milano e alla Lombardia, quando doveva essere una occasione unica per l’intero paese. Il premier vuol rilanciare l’economia di questo Paese, bene faccia pulizia degli enti che si occupano di turismo, destini al ministero competente le necessarie risorse e chieda un piano entro tre mesi, integrato e misurabile, con quello valuti l’operato del ministro e del suo governo. Se saranno raggiunti i risultati bene, altrimenti ci si dimette, ammettendo incapacità o impossibilità a fare meglio, che sono comunque colpe non redimibili.