Tanti perchè!
Perché un premier giovane e dinamico, incoronato da primarie di partito e premiato da una consultazione, seppure europea, con un Paese con un piede nel baratro concentra tutte le sue energie sulla riforma del Senato e sulla riforma della legge elettorale?
Perché un capo del Governo che vede peggiorare di giorno in giorno la situazione economica e sociale del proprio Paese dedica larga parte della sua agenda a riforme che non spostano di un millimetro la condizione di disagio dei cittadini?
Perché il premier preferisce il “confronto” con un ex senatore, capo di una parte dell’opposizione, largamente delegittimato dall’ultimo risultato elettorale, piuttosto che un confronto serio e deciso con tutte le forze di opposizione, che pure qualche proposta seria e condivisibile l’anno messa sul piatto?
Perché il giovane Renzi promette la cancellazione delle provincie e ci fa ritrovare con la semplice abolizione dei consigli eletti direttamente dal popolo per passare a consigli di secondo grado eletti da sindaci e consiglieri comunali, oltre ad aver aumentato contestualmente la composizione dei consigli comunali e il numero degli assessori di oltre 20.000 unità?
Perché il Presidente del Consiglio non legge i giornali e inorridisce difronte alla schiera di suicidi per l’assenza del lavoro e di una prospettiva?
Perché il segretario del Pd nonché capo dell’esecutivo continua direttamente o attraverso i suoi ministri a fare promesse mirabolanti, rimaste fino ad ora quasi tutte sulla carta, jobs act, riforma della burocrazia, taglio degli Enti inutili, riduzione della spesa pubblica, accorpamento dei comuni, riforma del lavoro, riforma della giustizia, riforma del fisco?
Perché il premier preso atto della recessione “tecnica”, con Pil negativo anche per i mesi e spread in sensibile risalita, non riconosce con onestà che gli effetti speciali sono finiti e comunque non sono bastati a riportare il Paese sulla stada della crescita?
Perché Renzi non ha alcun interesse o vantaggio dal fare le riforme che servono agli italiani. E’ convinto che con la politica degli annunci mista a qualche provvedimento clientelar-elettoralistico come quello degli 80 euro in busta paga, può conquistare il consenso degli italiani. Perché Renzi è convinto, non a caso, che sia meglio e meno impegnativo politicamente “confrontarsi” con l’ex senatore a capo di Forza Italia piuttosto che con il resto dell’opposizione, tanto e debole Berlusconi, non candidabile, tanto sono temute le altre formazioni in specie il M5S. Perché Renzi è portatore di un disegno finto egemone, ma utile ai fini elettorali, della cinghia di trasmissione, partendo dai Consigli Comunali dove è convinto di rastrellare il maggior numero di presenze, che gli garantirebbe la nomina della maggior parte dei consiglieri provinciali. A cascata fa conto sulla possibilità non remota di vincere le elezioni regionali, che una volta insediati i consiglio gli porterebbero in dota la maggior parte dei 100 nuovi senatori. Relegando in secondo piano l’unica opposizione non opprimente e al cloroformio, guidata da un capo dimezzato e lontano dal Parlamento. Renzi non è ingenuo, è solo troppo furbo, contornato da una corte di sudditi, in grande sudditanza, privi di spessore politico e capacità critica, in alcuni casi veri dilettanti allo sbaraglio. Peccato che a farne le spese saranno come sempre i cittadini, elettori e contribuenti, costretti a ripagare i danni di una classe politica troppo inetta ed incapace, spesso vorace e anche come in questo caso suscita speranze, queste vanno presto deluse.
ARES