Disoccupazione giovanile al 43,7%
La disoccupazione giovanile tocca un altro record storico attestandosi su base annua al 43,7% con 3.153 mila disoccupati. Solo il dato di raffronto mensile segna un piccolo margine positivo che comunque non aiuta a leggere in positivo un elemento sul quale il governo avrebbe dovuto puntare tutte le sue carte e tutta la sua potenza di fuoco. Nulla di tutto ciò, l’attenzione da settimane è concentrata sulla riforma del Senato, in linea con la riforma delle provincie, non sarà elettivo, ma composto dagli amici degli amici, Sindaci, e Consiglieri regionali. Quegli stessi consiglieri regionali che in Piemonte in questi giorni si sono inopinatamente riassegnati una indennità di 1.320 euro, cassando in un sol colpo gli unici risparmi messi a segno dalla vecchia giunta, ovvio che ai privilegi non si rinuncia, indipendentemente dal colore politico. La regione Sicilia fa ancora peggio e consente ai propri dirigenti di lasciare il lavoro a 53 anni salvando i privilegia della vecchia retribuzione ai fini pensionistici. Poi ci dicono che le Regioni a Statuto speciale non vanno abolite! Il governo si appresta a gestire una grana non da poco, è forte l’insoddisfazione del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, il quale non vede applicati i tagli alle spese indicati e vede invece crescere le spese, in un ottica elettoralistica e clientelare nel miglior stile prima repubblica. Appare naturale un passaggio critico per questo governo il periodo successivo alle ferie, una manovra tra i 15 e i 20 miliardi non è rinviabile, intanto si aggiusta il tiro sulle accise, non calano le tasse, anzi aumentano ed è notizia quotidiana l’abuso di potere degli ispettori del fisco, finiti in manette in più di un episodio. Servirebbero riforme vere, dal fisco, alla giustizia, alla burocrazia parassitaria, rilancio dell’economia, la semplificazione amministrativa, il taglio effettivo delle provincie, comunità Montane, Camere di Commercio, prefetture, Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti accorpati e uno sfoltimento degli enti di secondo grado e delle società pubbliche improduttive, ma capaci di chiedere soldi ai cittadini. Tutte cose che il Premier aveva promesso, nella sua fantasmagorica conferenza stampa munito di slide, ma è oramai evidente per molti, anche suoi originari estimatori, ce ci troviamo difronte ad un estroso pifferaio, ammaliatore, in grado di far fare il salto nel buoi tanto temuto al Paese.