Banca Marche l’indagine evidenzia irregolarità nellaumento di capitale
Sono 16 le persone finite nel mirino della Consob per carenze informative nel prospetto dell’aumento di capitale 2012 di Banca Marche che portò all’emissione di circa 212 milioni di nuove azioni al prezzo di 0,85 euro, per un controvalore complessivo di 180 milioni di euro. Si tratta degli ex componenti del cda, di quelli del collegio sindacale e del direttore generale presenti nella seduta del cda dell’11 gennaio 2012.
In quella seduta fu data lettura della lettera trasmessa dalla Banca D’Italia due giorni prima, il 9 gennaio 2012, con valutazioni molto pesanti espresse dal governatore Visco sulla situazione economico-patrimoniale e sull’assetto di governo societario di Banca Marche. La violazione contestata, ai sensi degli artt. 94 comma 2 e 191 comma 2 del Decreto legislativo n. 58 del 1998 (TUF), è punibile con sanzioni amministrative da 5.000 a 500 mila euro.
La lettera di contestazione è stata inviata nei giorni scorsi da Consob a Michele Ambrosini, Tonino Perini, Lauro Costa, Giuliano Bianchi, Massimo Cremona, Bruno Brusciotti, Pio Bussolotto, Eliseo Di Luca, Germano Ercoli, Walter Darini, Marcello Gennari, Mario Volpini, Piero Valentini, Franco D’Angelo, Marco Pierluca e all’ex dg Massimo Bianconi.
Secondo Consob, che ha acquisito il verbale della seduta dell’11 gennaio 2012, «a fronte della condivisa preoccupazione da parte dei consiglieri per il contenuto della lettera di Banca d’Italia, gli stessi hanno ritenuto opportuno ometterne l’avvenuto ricevimento alla Consob e di conseguenza ai destinatari dell’aumento di capitale i quali hanno sottoscritto detto aumento ignorando gli esiti delle ispezioni di vigilanza che, se conosciuto, avrebbero potuto verosimilmente dissuadere gli stessi dall’aderire all’offerta». «La mancata comunicazione nel prospetto di adeguate informazioni in merito alle valutazioni espresse dalla Banca d’Italia – continua Consob – non è imputabile a mera negligenza o a una sottovalutazione dell’importanza che detto elemento informativo aveva ai fini di una corretta formazione del giudizio di investimento da parte del destinatario dell’offerta, ma è avvenuto scientemente e quindi al preciso fine di occultare al mercato un elemento di criticità che se conosciuto avrebbe potuto mettere a repentaglio il buon esito dell’aumento di capitale ed il rinnovo dei vertici aziendali previsti dopo pochi mesi».