L’export pesarese tira ancora ma è ancora crisi interna
PESARO – Le esportazioni nel pesarese tirano ancora ma non compensano la crisi sul mercato interno. Troppo timidi i dati positivi relativi all’export del II trimestre dell’anno e per giunta non in tutti i settori. Questa l’analisi dei dati sulle esportazioni elaborati dal Centro Studi della CNA sugli ultimi dati Istat. Bene ad esempio la meccanica pesante e leggera mentre va ancora male il tessile. E’ stazionario il mobile mentre è boom di armi, materiale plastico e prodotti petroliferi. Avanzano in generale le manifatture mentre è crollo verticale (-72% rispetto allo scorso anno), per i prodotti dell’agricoltura e della pesca. E se il grosso delle esportazioni pesaresi (il 98,8%), è relativo proprio ai prodotti delle manifatture, dalla lettura dei dati emergono altre sorprese. Un esempio? Mentre il settore cultura comincia a diventare una voce economica consistente sul mercato interno, a livello di esportazioni i prodotti delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento si registra (su base provinciale), un -76,5%. Per i prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento il calo è stimato attorno ad -29,3%. Queste dinamiche negative sono state più che compensate dalla crescita delle esportazioni di prodotti delle attività manifatturiere (+4,2% nel primo trimestre 2014 rispetto allo stesso trimestre 2013). Le esportazioni manifatturiere della provincia crescono sistematicamente dal 2011 e nel primo trimestre 2014 sono cresciute di un + 4,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima ma di meno di quanto registrato nel I trim. 2013 rispetto al 2012 (era +7,4%). Tra le principali attività manifatture esportate (macchinari e apparecchiature), sono al I trimestre 2014 il 28% del totale manifatture; i metalli di base e prodotti in metallo il 26,2%; i prodotti di altre attività manifatturiere – tra cui i mobili – il 14,3%, il tessile e abbigliamento il 10,6%. Il flusso di export cresce soprattutto per i macchinari e apparecchiature (+22,5%). Un ottimo segnale per la competitività di un settore nel quale il sistema produttivo provinciale è specializzato (si pensi alle produzioni di macchine per la lavorazione del legno). Crescono anche le esportazioni del settore metalli di base e prodotti in metallo (+3%), mentre ristagnano (-0,1%) quelle di prodotti di altre attività manifatturiere e calano quelle di tessile e abbigliamento (-3,4%). Notevole si configura la performance positiva del quinto settore per importanza nell’export pesarese: articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+7,1%). Tra i settori di importanza marginale, si nota il fortissimo incremento dell’export per Coke e prodotti petroliferi raffinati (+292%). L’export di legno e mobili cresce tra I trim. 2013 e I trim. 2014 del 2,8% dopo essere crollato nel primo trimestre 2013. La crescita registrata è dovuta, però, tutta alla performance dei prodotti in legno, paglia e materiali da intreccio (+26,3%) che compensa il calo dell’export dei mobili (-0,5%), un risultato quest’ultimo più che buono se si confronta con il crollo registrato nel I trimestre 2013 (calato di quasi l’80% rispetto allo stesso trimestre del 2012). L’export della meccanica leggera (prodotti in metallo esclusi i macchinari), vede primeggiare armi e munizioni (il 34,8% del settore) che cresce nel primo trimestre 2014 del 23,4% rispetto allo stesso periodo del 2013. L’export della meccanica pesante (macchinari e apparecchiature), vede primeggiare macchine per la formatura dei metalli e altre macchinari utensili (il 55,3% del settore) che crescono nel primo trimestre 2014 del 14,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Da sottolineare che l’export delle macchine di impiego generale e delle Altre macchine per impieghi speciali nello stesso periodo quasi raddoppia (rispettivamente: +89,8% e +100,9%).
“Dall’analisi di tutti questi dati – commenta il presidente provinciale della CNA, Alberto Barilari – risulta evidente quanto sia ancora troppo debole il trend alla voce esportazioni. E’ vero, segnali di vivacità in diversi settori non mancano , ma altri (come ad esempio mobile e tessile), arrancano. E’ una situazione con chiari e scuri. Una cosa è certa. I dati di questo secondo trimestre non servono a compensare la crisi che ancora segna pesantemente il mercato interno”.
“Tuttavia – commenta in conclusione Moreno Bordoni, segretario provinciale della CNA – le esportazioni ed i mercati esteri, assieme alle reti di impresa, sono una delle poche armi che abbiamo a disposizione in questo momento per dare ancora una speranza alle nostre imprese. E se molte di queste sono sopravvissute a questo tzunami silenzioso è proprio grazie all’export sul quale la CNA è particolarmente attiva”.