Start up, le Marche terra di nuova imprenditorialità
Le Marche hanno un fortissimo tasso di nuova imprenditorialità e di start up innovative.
Necessario fare sistema per mettere a disposizione le risorse finanziarie per la crescita e
lo sviluppo delle aziende nate, in particolare tramite strumenti innovativi come l’equity
crowdfunding. Se ne è discusso ad Ancona, all’evento “La nuova finanza per le nuove
imprese”, promosso da The Hive, Istao, Startzai e Banca dell’Adriatico.
Sempre più social. L’imprenditoria sta al passo con i tempi, si mette in rete e fa della “condivisione”
il suo mantra. Nella società 2.0 chi ha un’idea di business ma non riesce ad autofinanziarsi non deve
riporre i suoi sogni nel cassetto, ma semplicemente metterli in vetrina.
Per meglio comprendere le nuove opportunità in tema di raccolta di capitali per start up, spin off e
imprese innovative, si è tenuto ad Ancona un evento ad hoc, dal titolo “La nuova finanza per le
nuove imprese”, ospitato nella sede dell’Istao.
L’iniziativa – che ha visto come promotori l’incubatore marchigiano The Hive, Istao, Banca
dell’Adriatico, e Startzai, piattaforma integrata di equity crowdfunding, sviluppata all’interno di
The Hive; con il patrocinio di Business Angels Network Marche -, è stata pensata proprio per
far luce su tutti gli argomenti coinvolti nella cosiddetta “nuova finanza”, a partire dagli aspetti di
innovazione nei finanziamenti, fino ai meccanismi più prettamente organizzativi e gestionali. Con
un assunto di base: in Italia in generale, e nelle Marche in particolare, non mancano idee vincenti di
business, ma l’ostacolo maggiore è trovare il modo di far decollare queste idee.
Secondo l’assessore regionale alla formazione e al lavoro, Marco Lucchetti “innovazione e
internazionalizzazione sono le sfide e il nostro territorio manifatturiero deve raccogliere queste
sfide. Dobbiamo collegare ancora più strettamente l’istruzione e il lavoro, tramite l’alternanza
scuola-lavoro, in modo che la formazione avvenga nelle aziende e non solo nelle scuole. Spesso si
identificano spin off e start up come idee di giovani o di università, ma in realtà devono diventare
la nuova modalità di crescita e sviluppo anche per le aziende già esistenti. Facciamo che la
cultura delle startup diventi cultura della nostra imprenditoria. E una volta avute le idee e create
le startup, diamo gli strumenti per crescere, come il credito, ma anche le garanzie sul credito e la
managerialità, ad esempio tramite i temporary manager”.
Sottolineata da Enrico Martini, del Ministero per lo Sviluppo Economico, l’enorme crescita in
ambito internazionale delle aziende innovative nate poco tempo fa, da start up, e la disponibilità
di strumenti messi a punto dal governo in ambito fiscale, è seguito l’accorato appello di Giuliano
Calza dell’Istao: “le Marche sono terreno fertile, ovunque sono andato non ho trovato la stessa
auto-imprenditorialità che c’è qui. Dobbiamo basare il futuro della Regione su questo, liberando
le aziende dall’eccesso di burocrazia e dai limiti di chi non permette. Troppi vincoli, troppe
certificazioni, gli imprenditori si stancano e vanno via. Liberalizzare e lasciare spazio al mercato!
L’alternativa è avere micro-aziende che durano poco e non riescono a crescere”.
Per Giorgio Guidi, fondatore dell’incubatore The Hive “ad appena 1 anno di età, coinvolgiamo
già 36 aziende di cui 19 start up. Il 70% di esse sono generate da gente che lavora già da 5, 6, 7
anni, che hanno le idee e le competenze tecniche e che cercano competenze manageriali. Abbiamo
imprenditori motivati che hanno bisogno di finanza, di supporto alla ricerca e di assumere
giovani. Abbiamo già attivato 10 borse di ricerca in collaborazione tra le aziende, la Regione e le
università che si dividono in 3 il costo del ricercatore. Dobbiamo pensare alle startup in un’ottica
di marketing territoriale, per attrarre nel nostro territorio giovani imprenditori che creano lavoro,
che respirano imprenditorialità. Poi dobbiamo aiutare le migliori a diventare “impresa”, struttura
non di 1 sola persona. E qui ci serve la finanza”.
Un elemento sicuramente è rappresentato dal “crowdfunding”, spiegato dai fondatori di Startzai
che può essere l’elemento di attrazione per portare gli investitori esteri a investire nelle Marche.
Il crowdfunding è un processo di finanziamento collettivo “dal basso”, in cui chiunque può
diventare investitore, conferendo una somma di denaro, anche di modesta entità, per finanziare un
progetto imprenditoriale tramite l’utilizzo di siti internet. In questo modo, idee e progetti brillanti
potranno trovare i finanziamenti necessari per essere sviluppati, in un meccanismo che fa della
collettività e della condivisione la sua forza.
Startzai è la piattaforma che si propone di essere l’eBay delle start up e delle imprese innovative,
un portale per la raccolta di fondi alle imprese che sfrutta la viralità del web e dei social media.
Aperta a microinvestitori ed a investitori professionisti, questa piattaforma di equity crowdfunding
costituisce una vera e propria vetrina per le imprese innovative del nostro territorio: le idee di
business marchigiane vengono presentate attraverso delle schede e chi investe on line acquista
un vero e proprio titolo di partecipazione nella società che intende supportare. Successivamente,
queste quote possono essere negoziate con potenziali acquirenti in una sorta di mercato secondario.
Startzai punta quindi a valorizzare il territorio regionale, mettendone in luce il potenziale
imprenditoriale e diffondendolo a livello internazionale attraverso la rete. Le start up che aderiscono
alla piattaforma, inoltre, sono legate ad un patto territoriale per il quale dovranno rimanere operative
in ambito locale.
Ufficio stampa Moretti Comunicazione
Giorgio Moretti